“E’ nuovo solamente quello che avete dimenticato”

Disse la modista a Maria Antonietta entusiasta del  cappello tanto abilmente rimodernato
da apparire nuovo fiammante.

Qualcosa di simile succede con le notizie,  prima e durante gli interventi bellico-umanitari: il copione è sempre lo stesso, rimodernato nell’apparenza. Dovremmo avere più memoria, visto che chi non ricorda e impara dal passato è costretto a riviverlo.

§§§     1 Fiction         §§§ 

“Lei convincerebbe un cane a dimenarsi al posto della sua coda!”  Esclama un’immaginaria portavoce della Casa Bianca a un immaginario faccendiere incaricato di salvare  da uno scandalo un (non tanto immaginario)  presidente americano.  Questa è la  trama  di Wag the dog,  un film di Barry Levinson del 1997. L’intraducibile gioco di parole per dire: quando è la coda che fa scodinzolare il cane, è stato stoltamente reso in italiano con “Sesso e potere” e illumina su come l’uomo della strada balli come un orso al suono delle fandonie della tv.

Dustin Hoffman interpreta un produttore cinematografico di Hollywood, Robert De Niro il trafficone incaricato di inventare un diversivo. Una vera lezione di truffa televisiva.

– Vuoi che io produca la “tua” guerra?
– No, solo l’apparenza, abbiamo bisogno di un team, di una canzone, delle immagini, una sceneggiatura.

E Hoffman, piazzando la  foto di paesino similbalcanico alle spalle di un’attrice, che tiene fra le braccia una confezione di patatine, digitalmente trasformata in gattino bianco, crea il caso umano. Il  presupposto per l’intervento militare in Albania.

– L’Albania?
– Già.
– Perché?
– Perché no? Che ne sa degli albanesi?
– Niente.
– Ecco, è un popolo sfuggente. Come dire, non è trasparente. Lei cosa sa   dell’Albania, cosa sa degli albanesi? Chi si fida degli albanesi?
– Ho capito, ma che male ci ha fatto l’Albania?
– Non ci ha neanche mai fatto del bene. Ecco perché dobbiamo far scaldare i reattori dei B3.
.

Fatto centro al primo colpo, la finzione cresce. C’è un soldato yankee  da ripescare dietro le linee nemiche.  Migliaia di scarpe  improvvisamente pendono dai rami degli alberi a testimoniare sdegno e  volontà della gente di salvare il soldato che ha “shoe”, scarpa, nel suo nome. Occorre trovarne uno vero che gli presti volto e parola. Non importa se al momento clou si rivelerà un impresentabile demente psicopatico: si rimedia improvvisando morte e funerali. Il gigantesco fake riesce e la gente, per tutto il tempo ritenuto necessario, non pensa più alla realtà e al presidente.

Regista – Se Kissinger può avere il Nobel per la pace, non sarei sorpreso se a me assegnassero quello per la cucina.
Faccendiere – Be’ sì, ma il nostro presidente la pace l’ha portata davvero!
Regista – Sì, ma la guerra non c’era!
Faccendiere –  A maggior ragione, ancora più difficile!

 

Da godere questa scena dell’unico video che in You Tube compare doppiato in italiano.

O quest’altra in originale,

§§§     2 History         §§§

Come nel film gli aerei B3 non esistono, così non esistevano  nelle ultime guerre: le armi di distruzioni di massa in Iraq, i mandanti dell’11/9 in Afghanistan, i 10000 morti in pochi giorni in Libia.
Ma se si allude,  poi si ripete e si dosano bene gli ampliamenti dell’affabulazione, in poco tempo la maggioranza scodinzola sdegnata esigendo  l’intervento umanitario.
E la minoranza che non scodinzola? Pff… quelli! Ideologici-nemici-dell’occidente-amici-dei-dittatori-zitti-a-cuccia.

dopo  il 20 ottobre 2011 (?) a Sirte (?) 

link al  post: Libia, Nato, Televisioni e guerra … Photoshop