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Obama aveva cinque anni quando a Oakland, negli Stati Uniti, il 15 ottobre 1966, nascevano le Pantere Nere, il movimento di  Huey Newton e Bobby Seale.

Black Panthers Party for selfe-difense  era il nome per esteso e doveva diventare il più importante, e mondialmente conosciuto,  riferimento dei  cittadini  –  non ancora considerati tali né dalla gente né dalla legge  – afroamericani 

Dalle memorie di Seale

“Huey mi disse :”Bobby, bisogna che elaboriamo un programma tale che le nostre madri che hanno sgobbato tanto per tirarci su, i nostri padri che hanno lavorato duro per nutrirci, i nostri fratelli minori che vanno a scuola ma ne usciranno semianalfabeti, capaci a stento di leggere, in grado di pronunciare solo parole storpiate, siano tutti in grado di capirlo…”.
“In primo luogo vogliamo libertà, vogliamo essere in grado di condizionare il destino delle nostre comunità nere.”

Elencò altri  otto punti programmatici e poi

“Decimo, e per riassumere : vogliamo terra vogliamo pane, vogliamo case, vogliamo di che coprirci, vogliamo giustizia e vogliamo pace.”

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45 anni dopo, la coalizione più forte del mondo protegge con i  droni, insegna con gli  istruttori militari, aiuta con il suo denaro, lusinga con i  media le gang che praticano la pulizia etnica della popolazione libica di colore e degli emigranti giunti dal sub Sahara in Libia. L’uomo più potente di quella coalizione è Barack Hussein Obama .

“Chi ha detto che Barack Obama avrebbe portato misura e dignità nella politica estera americana? Gli uomini del presidente e la top woman Hilary Clinton hanno scaraventato gli  stereotipi demonizzanti  degli incubi della Middle class in un’ ‘operazione che è una “zuppa psicologica” per creare isteria contro l’Iran.
Ogni pulsante dei riflessi del terrore è stato schiacciato, ogni isteria razziale sfruttata.”

Glen Ford,  Black Agenda

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16 ottobre

H. Morris del canale YouTube 108Morris108  ha intervistato telefonicamente Glen Ford sulla “guerra razziale” che i cosiddetti ribelli conducono in Libya.
Certamente ciò è innestato sulla propensione anti-africani (quasi che loro non lo fossero!) che serpeggia nel paese e che era una delle ragioni di ostilità verso Gheddafi e la sua politica Panafricana, ma è una strategia intenzionale che mira a “somalizzare” la Libia. In altre parole a creare una conflittualità permamente che impedisca la formazioen di un governo stabile.