a Nabi Saleh, Territori Palestinesi Occupati, il nove dicembre nella 24ma ricorrenza della prima Intifada ,
manifestava contro il Muro e l’occupazione.
Un soldato israeliano, dentro un carro armato, ha sparato un lacrimogeno ad altezza d’uomo.
Mustafa è caduto colpito alla testa, è spirato il mattino il seguente.
______nota. foto diffuse successivamente mostrano trattarsi di un mezzo militare chiuso, non un carro armato_______ved. In memoria di Mustafa Tamimi, ucciso “secondo le regole” afferma Israele _____
di Jonathan Pollak
attivista israeliano, del gruppo Anarchists against the Wall. Qui l’articolo da Osservatorioiraq.it di Un Ponte per..
Mustafa Tamimi tirava pietre. In modo impenitente, e a volte senza paura. Non solo quel giorno, ma quasi ogni venerdì. Nascondeva anche il viso. Non per paura della prigione, che aveva già imparato a conoscere da vicino. Ma per preservare la sua libertà, per poter continuare a tirare pietre e resistere al furto della sua terra. Ha continuato a farlo fino al momento della sua morte.
[…]Non è stato per paura per la sua vita che il soldato gli ha sparato e lo ha colpito. Ha infilato la canna del fucile nella porta del veicolo blindato e ha sparato con un chiaro intento. Il tiratore è un soldato.
La sua identità rimane sconosciuta e probabilmente lo sarà sempre. Forse questa è la cosa migliore. Identificarlo e punirlo servirebbe solo a nascondere i crimini di un intero sistema.
[…] Centinaia di lanciatori di pietre hanno seguito il funerale. È stato calato nella tomba e le pietre hanno coperto il suo corpo. I soldati stavano fermi all’ingresso del villaggio. Persino l’angoscia della separazione è stata intollerabile per l’esercito che ha posizionato i suoi uomini e ordinato di sparare lacrimogeni sui partecipanti al funerale che discendevano la valle seguendo il feretro. Mentre il soldato che ha sparato a Mustafa è in libertà, sei manifestanti sono dietro le sbarre.
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di Linah Alsaafin
laureta alla Birzeit University, West Bank, nata a Cardiff, è cresciuta in Inghilterra,
USA e Palestina. Qui il suo blog. Qui l‘articolo da
Electronic Intifada
“I soldati ridevano. Sorridevano e ci scattavano foto. Zoomavano sulle nostre facce sogghignando. Gli ho urlato: “nazisti, terroristi, parassiti, robot assassini”. Ridevano di noi che gli urlavamo di farci passare per andare da lui, svenuto, dentro un taxi vicino alla torre di guardia.
Ci hanno minacciato per farci andare indietro. Abbiamo sventolato la bandiera con il suo sangue. Uno di loro ha avuto la sfrontatezza di colpirla. Abbiamo gridato, “Il suo sangue è sulle vostre mani!” Hanno risposto: ” E allora?”
Tua sorella che grida. Il tuo sangue. Le loro risate….”
Presidiano i posti di blocco vessando i Palestinesi costretti ad attraversarli, ma sicuramente applicano procedure. Esito a credere, invece, che venga loro dato ordine di sparare ad altezza d’uomo e rendere i lacrimogeni un’arma letale.
Paura, rabbia, vergogna trasudavano da quel carro armato mentre Mustafa alzava il braccio.
Occupare i territori e sentirsi nel diritto di farlo.
Difendere il proprio paese e negare ad altri di averne uno.
Stare nel guscio di un blindato con mitra e giubbotti di protezione e vedere
senza paura.
Come non sentirsi inferiori?
La guerra un tempo era il modo di sistemare i conflitti tra popoli, gruppi armati e clan familiari. Ma allora abitavano la Terra solo poche centinaia di migliaia di esseri umani, dotati solo in minima parte della ragione, che non avevano altri “hobbies” per passare il loro tempo.
Oggi siamo sette miliardi, abbiamo dovuto sorbirci guerre a non finire e non abbiamo imparato ancora niente dallo studio del nostro passato.
Comincio a credere che l’evoluzione altro non sia che una pia illusione.
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Sono d’accordo con la tua ultima affermazione, il che mi porta a contestare la prima… Erano più intelligenti e razionali quelli che facevano guerre per motivi che li interessavano direttamente e potevano stabilire quando avavano ottenuto o … perso abbastanza. Ora si va in guerra per una bottiglietta di arma biologica che non esisteva nemmeno. Una bella involuzione direi
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