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Al Nusra e ISIS: stessa origine, compiti diversi
Al Nusra vista da vicino
Preparazione militare, religione, ideologia
Finanziata in funzione anti-Assad
I bambini del jihad
(video)

mappa SiriaFronte Jabhat al-Nusra: la più forte milizia fra quelle spuntate di recente nel campo jihadista. Il nome per esteso è “Fronte di protezione dei popoli del Levante”, ma ai miliziani piace definirsi “uomini liberi del Levante”.
Si è manifestata nel 2012 con un attentato a Damasco e spicca 
sulle altre formazioni come i Berretti Verdi svettano sulle forze armate statunitensi: grazie a una preparazione militare ineccepibile e alla predilezione per le azioni di commando. L’obiettivo è ben definito: provocare la caduta di Bashar Assad e, solo a risultato ottenuto, creare il Califfato islamico e imporre la Sharia. Il leader Abu Muhammad Al Joulani in una video intervista (FR. eArabo) smonta l’idea di una nascita occasionale del gruppo, sostiene trattarsi di un processo storico che risale agli anni 60-70 e che ha trovato, con l’insurrezione popolare in Siria, il momento storico per entrare in attività, fruendo dell’esperienza e imparando da errori del jihad del passato. 

A prima vista, un programma simile a quello dell’IS, spuntata in Iraq e rampollata in Siria,  ma le due formazioni sono in stato di rivalità permanente. Da questo, ben più che dalle coalizioni mondali antiterrorismo, si può prevedere una sconfitta delle ambizioni pseudo-islamiche.

Al Nusra e ISIS: stessa origine, compiti diversi

Le relazioni jihadiste sono difficili da comprendere. La loro comunicazione è propagandistica, quella dei media internazionali tendenziosa. E’ una missiva del leader di AlQaeda Al Zawahiri finita nelle mani di Al Jazeera a illustrare la rivalità “politica” fra le due formazioni. Come spesso accade, la causa prima è l’inimicizia personale fra due leader.

Abu Bakr Al Baghdadi, leader dell’ISIS, ora semplicemente IS, emana un comunicato che annuncia la fusione dei due gruppi in una sola entità; com’è ovvio supporre, sotto la sua autorità.
Il leader di Al Nusra, Abu Muhammad al-Julani, suo ex luogotenente in Iraq e inviato dallo stesso Al Baghdadi a creare il ramo combattente siriano, prontamente lo sconfessa, e aggiunge una dichiarazione di fedeltà al leader di Al Qaeda che ne rivela innanzi tempo l’affiliazione. L’intervento di Al Zawahiri rimette ciascuno al proprio posto: Al Nusra è entità indipendente che agisce  in territorio siriano sotto le direttive generali di Al Qaeda, l’ISIS rappresenta la stessa Al Qaeda in Iraq, e non altrove. Sarebbe forse opportuno domandarsi a questo punto quanti siano i gruppi armati che nascondono l’appartenenza, ma agiscono subalterni ad Al Qaeda.
Ad ogni buon conto, l’IS di Al Bagdhadi continua a mantenere le posizioni già conquistate in Siria e a espanderle presidiando valichi di confine verso la Turchia. Al Nusra, dalla Siria, sta esportando il conflitto in Libano, a nord con il rapimento di soldati e a sud, attraverso le Alture del Golan, avvia le ostilità con Israele. Lo si direbbe un dispiegamento tattico, che all’occasione può diventare collaborazione, come nel recente sconfinamento ad Arsal.

Nonostante l’etichetta di “indipendente” apposta da  Al Zawahiri, Al Nusra  appare allineata, più di quanto lo sia l’IS,  alla  Jihad globale teorizzata dal mentore di Osama Bin Laden: lo sceicco palestinese Abdullah Azzam. Nuovamente ci si può chiedere se le imprese di Al Nusra hanno finora ottenuto una risonanza  mediatica limitata, in confronto  alle decapitazioni di giornalisti occidentali da parte di IS, perché spesso mettono in evidenza l’arbitrio come prassi geopolitica dell’Occidente.
Al Nusra, infatti, sta sfidando l’Onu con l’attacco e il rapimento di caschi blu stanziati in un luogo simbolo dell’inettitudine dell’ Onu stessa e dell’ipocrisia occidentale: il Golan.

Sulle Alture del Golan  la missione Undof  sta a osservare dal lontano 1974 che fra Israele e Siria non si riaccendano le ostilità di una guerra rimasta sospesa: senza trattato di pace, senza che Israele, come prevede una risoluzione del Consiglio di Sicurezza rimasta lettera morta, restituisca le Alture del Golan alla Siria.
Nelle mani di Nusra ci sono – al momento – 44 caschi blu delle Fiji. Notificando le condizioni per il rilascio, il gruppo ha avanzato, fra le altre, la richiesta di cancellazione dalla lista ONU delle organizzazioni terroristiche. Non una novità, già prima del rapimento il nuovo portavoce ufficiale di Al Nusra , Abu Firas Al Suri, in un video aveva criticato l’applicazione degli articoli del Capitolo VII della carta dell’ONU. 
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soldati Onu Fiji Golan
Una strana foto pubblicata a nome di Al Nusra: 38 dei 44 soldati delle Fiji catturati a fine agosto nella zona delle Alture del Golan sotto controllo Onu


Al Nusra vista da vicino

La troupe del canale iraniano PressTV è andata in Siria, ha atteso il permesso di Al Nusra ed è entrata nel territorio sotto il suo controllo, ha intervistato i miliziani nei campi di addestramento, ascoltato discorsi pubblici, intervistato in privato, ha assistito all’applicazione delle pene decretate dalle “Corti” che applicano la Sharia e ha montato nel reportage sia le riprese approvate sia quelle disapprovate dal  responsabile della comunicazione di Nusra.

Questo articolo si completa nel video a fondo pagina costruito con alcune immagini e dichiarazioni, che meglio qualificano scopi e metodi del gruppo, tratte dal reportage completo di PressTV. L’audio è The Beginning, un rap del jihadista londinese L. Jinny, combattente in Siria o forse in Iraq come l’intelligence britannica sostiene; il suo account Twitter  è stato sospeso.

Hanno risposto al richiamo di Al Nusra combattenti provenienti da 74 nazioni, tra cui la  Cecenia similmente a quel che accade per l’IS. Il Califfato vagheggiato da Nusra dovrà comprendere Siria, Libano, Giordania, Israele e Territori dell’Autorità Palestinese, ma verrà dichiarato solamente a conquista  territoriale completata.

In questo profondamente differisce dall’ISIS, che ha già costituito il Califfato dell’ IS. Di questa differenza Al Nusra fa una  rivendicazione di purezza islamica. Sostiene che la mossa dell’IS divide i musulmani, li costringe a combattersi fra loro e lordarsi le mani di sangue fraterno.
Il Califfato è legittimo per preservare l’essenza dei musulmani e rimettere insieme i frammenti della comunità. Non lo è se frammenta o divide ancor di più le loro fila– recita un comunicato del gruppo – (ved. http://justpaste.it/g7x6 ) che denuncia la crudeltà dell’IS verso la popolazione e l’accusa d’incoraggiare defezioni dagli altri gruppi. Questo sebbene Nusra stessa attui una vigorosa campagna per provocare defezioni dalle file dell’IS.

I capisaldi del programma: religione, ideologia, preparazione militare

Le motivazioni religiose contemplano la Sharia con tanto di fustigazioni pubbliche; il Salafismo rende Al Nusra affine alle monarchie del golfo, mentre l’ideologia le minaccia con l’obiettivo dell’unione e del superamento delle barriere statali che dividono la comunità islamica.
La sottolineatura della Sharia come legge destinata a sostituire ogni altro ordinamento giudiziario permette di reprimere e punire prontamente ogni comportamento contrario alla legge “divina” come il fondamentalismo letterale salafita la interpreta.

Le fustigazioni per quelli sorpresi a lavorare anziché recarsi alla moschea per la Preghiera del Venerdì non sono prescrizioni coraniche. Il Corano vagamente indica i periodi  del  giorno in cui un buon mussulmano deve rivolgersi a Dio; il numero esatto delle orazioni quotidiane e le prescrizioni per la preventiva purificazione del corpo sono costruzioni successive, variano a seconda della corrente religiosa. Laddove l’infrazione di tali regole venga punita da un’autorità umana, si verifica una deviazione dallo spirito con cui la religione definisce se stessa “non vi è costrizione nell’Islam”. 

La costrizione, tipicamente salafita, è funzionale alla guerra contro l’alawita Bashar Assad. Alawiti è un termine coniato in epoca coloniale per indicare la popolazione del territorio fra Tripoli e Latakia seguace dell’Islam sciita che i Salafiti considerano deviante. L’ostilità fra Sciiti e Sunniti risale alla morte del Profeta; lo scisma divenne inevitabile con la battaglia di Kerbala dove fu trucidato insieme alla famiglia l’Imam Hussein, figlio di Fatima e ultimo nipote del Profeta. Un eccidio che gli Sciiti non dimenticano. Un odio sunnita che è riesploso quando la rivoluzione di Khomeini ha offerto agli Sciiti una riscossa morale a lungo attesa.

L’alto livello di prestazione militare rende la capacità letale dei gruppi di Al Nusra superiore a quella dell’esercito regolare siriano e di qualsiasi altro gruppo militare. Le tecniche di addestramento non differiscono da quelle adottate dagli eserciti regolari per preparare i corpi speciali, l’armamento è dei più moderni  e comprende anche le bombe  gas-shell, che provocano devastanti esplosioni di gas compresso. La strategia militare consiste nell’evitare di attaccare in forze una zona precisa, dove sarebbe probabile venire accerchiati e sconfitti; prediligendo azioni parallele in varie zone siriane, spiega Al Julani nel video sopracitato, si è attivi su tre fronti: i servizi segreti che sono la spina dorsale del regime, alcuni specifici corpi militari, determinati dirigenti del regime.

Al Nusra finanziata e armata in funzione anti Assad

Come si procurano le milizie equipaggiamenti sofisticati in grande quantità? C’è un convitato di pietra da interrogare:  le Compagnie di Sicurezza privata che conducono in forma privatizzata e segreta le guerre decise dai governi.
La Britam Defense di Londra è una di quelle sospettate di agire in Siria. Il suo sito web è stato violato dagli hacker e la compagnia lo conferma. Due set di email, con oggetto Iran e Siria, sono state rese pubbliche, e la compagnia afferma che si tratta di falsi. Una di queste mail (leggibile in un fotogramma del video in fondo all’articolo)  tratta di “un altro” invio di CW, armi chimiche, ai ribelli siriani. Vi si legge che provengono dalla Libia e sono di produzione sovietica, pertanto simili a quelle presumibilmente in dotazione ad Assad; il committente del lauto business sarebbe il Qatar. Si ricorderà la tragedia di Ghouta e le centinia di morti per il gas Sarin, ma non molti ricorderanno che la commissione d’inchiesta Onu aveva accertato il possesso, e l’utilizzo, del Sarin da parte dei ribelli. Nella disinformazione imperante è impossibile avere certezza della verità o falsità delle email in questione, ma il Qatar non è l’unico paese in odore di traffico d’armi sottobanco.

Il New York Time l’anno scorso aveva titolato “Arms Airlift to Syria Rebels Expands, With Aid From C.I.A.“. Se la CIA aiutava l’invio di armi nel mattatoio siriano, certamente l’intenzione di Obama era equipaggiare i ribelli “moderati”, ma solo con una grande distrazione si poteva ignorare che la loro forza militare era già evaporata al fuoco della jihad salafita e che le forniture sarebbero cadute in altre mani.

La veridicità del sostegno militare da parte di paesi stranieri è confermata indirettamente anche dal Consiglio di Sicurezza che ha adottato la Risoluzione 2170, del 14 agosto, contro il finanziamento, le forniture di armi e il reclutamento a favore delle milizie, nella quale sono espressamente citate IS e Al Nusra. Desta un po’ d’ ilarità che la risoluzione chieda altresì ai gruppi jihadisti di disarmare se stessi. La risposta di Al Nusra si è vista, come detto in precedenza, due settimane più tardi con l’attacco nel Golan.

I giornalisti ripetono spesso che il gruppo si finanzia raccogliendo fondi tramite i social media. A ben vedere, gli autentici account dei terroristi non hanno lunga vita; brevissima è stata quella dell’account di Al Qaeda @shomokhalislam “, cinque giorni appena, prima che Twitter lo chiudesse. Numerosi account che “appaiono” di Nusra, sono per lo più account di sostenitori. Servono alla propaganda certamente, ma è dubbio che portino denaro in cassa. Ad ogni buon conto si vedrà quanto resterà in funzione l’account del portavoce Abu Firas Suri @abufirasjabha.
Fandonia è la risposta di un comandante intervistato da PressTV sui finanziatori: ci aiuta la popolazione, le donne cucinano per noi. Dei kebab al piatto difficilmente si possono scambiare con una cassa di AK-47.

 Al Nusra: piccoli jihadisti vanno a morire

L’indottrinamento ideologico va di pari passo con l’addestramento militare già in età infantile. Non lascia scampo alla ragione. L’addestratore si rivolge agli aspiranti mujaheddin con la tecnica “double bind“, ovvero imponendo simultaneamente due concetti antitetici: “devi restare vivo”, “morire in battaglia ti porta in paradiso”.
Si vedrà nelle immagini del video, la penosa espressione d’ottusità che essa crea sul volto di questi jihadisti in erba,  e la remissività senza emozioni visibili con cui partono, da eroi del califfato, indossando giubbotto antiproiettile e equipaggiamento nuovo di zecca. Valore approssimativo: mille dollari.
Al di là della tragica perdita di vite umane che lo jihadismo sta provocando fra la  popolazione, dovrebbe angosciare l’influsso sul futuro di questo indottrinamento sui bambini e gli adolescenti, indotti a presenziare a esecuzioni o a punizioni pubbliche, allontanati dalle scuole laiche, costretti a un apprendimento religioso letterale, oscurantista, deviato. Una generazione cui viene imposto il concetto di essere oppressa da un mondo occidentale estraneo e insidiata da connazionali eretici e traditori, che solo con un fucile e il Corano si potrà salvare l’anima. Libro e moschetto, fascista perfetto, recitava l’Italia nel ventennio mussoliniano… 

 

Articoli precedenti sulla Jihad –
Isis https://mcc43.wordpress.com/2014/09/08/al-nusra-jihad-isis-siria-onu-alqaeda/

AlNusra + Isis in Libano https://mcc43.wordpress.com/2014/09/03/libano-beirut-roumieh-hezbollah-hariri-stato-islamico/

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