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Immaginate di vivere a Raqqa, la “capitale” di quello che voleva essere lo Stato Islamico di Al Baghdadi: ISIS o Daesh, come preferite. Laggiù si stanno preparando all’assedio finale, fortificano la città, scavano una rete di bunker sotterranei, tutto viene razionato o manca del tutto.

Voi cosa decidete di fare?

1) Decidete di restare 

Allora dovete prepararvi. Dopo gli attacchi terroristici, la Francia ha aumentato i già frequenti bombardamenti sulla città; a bombardare ci sono anche altri paesi e il governo siriano. Fatevi un’idea, e pensate che se la vostra casa scampa alla distruzione, magari sotto le bombe crolla il vostro negozio, la scuola, l’ospedale dove curavano i vostri parenti..

2) Decidete di partire. Avete tre scelte.

— Andate in un’altra parte della Siria. Allora dovete prepararvi a diventare uno dei circa 7 milioni e mezzo di sfollati interni a un paese dove le zone sicure sono ormai pochissime. Le Ong cercano di portare aiuto, destreggiandosi fra posti di blocco, divieti di passaggio, assalti e rapimenti.

— Andate in un paese confinante. Allora preparatevi a diventare uno dei circa 4 milioni  che già hanno cercato rifugio negli stati vicini.

Sono in Turchia circa 2 milioni, in Libano più di 1 milione e 700 mila, in Iraq 250 mila e in Egitto circa 150 mila. In Giordania? Circa 630.000 e il campo di Zaatari è diventato per grandezza la quarta città giordana. Fatevi un’idea di quel che vi aspetta.. a tempo indeterminato. 

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Il Campo Profughi di Zaatari con il sole e con la pioggia

— Decidete di tentare la sorte e cercate di raggiungere l’EuropaAvete due possibilità.

*Attraverso i canali regolari? Allora fuggite in qualche modo da Raqqa, arrivate con molta fortuna a Damasco, vi recate all’ambasciata del paese desiderato e fate domanda di visto turistico o per studio.
Avete i requisiti? Bene, allora i problemi sono due.

A Damasco le ambasciate sono chiuse.
Se in qualche modo ci siete riusciti, salite sull’aereo; arrivati nel paese scelto andate all’ufficio dell’immigrazione, fate la domanda di asilo e aspettate.
Molto probabilmente dopo qualche mese di limbo potreste essere respinti.

*Attraverso i canali irregolari? Allora la vostra destinazione è  il Mediterraneo, e poichè siete degli irregolari la vostra destinazione obbligata è un paese senza governo, dove il traffico di esseri umani prospera: la Libia.
Come arriverete in Libia?  Fatevi subito un’idea 

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Arrangiatevi ad arrivare a Beirut, là il contatto giusto (per il trafficante perchè voi ora dovete considerarvi una merce...) vi dirà che dovete volare ad Algeri; lì entrate senza visto, a patto che abbiate in tasca 4 o 5 mila $ cash. E badate che non ve li rubino.
Se il contatto era davvero giusto, lì qualcuno vi prende e vi porta nel deserto algerino. Lì, come un pacco venite consegnati ai passeur delle dune, ma siete come un pacco già meno prezioso: non avete nessuno, proprio nessuno a cui rivolgervi. Pagate o restate lì, fra il nulla e i predoni!

Vi portano al confine libico, ma il viaggio non è stato come quelli delle agenzie turistiche e non vi sentite in grado di contrattare mentre cercate un posto su una barca-relitto o un gommone per Lampedusa. 

Vi vengono chiesti 1000 $? Di più? Intanto avete saputo quello che sanno gli europei: quelle carrette affondano, i profughi diventano cibo per pesci, il Mediterraneo è un gigantesco cimitero.
Allora non pagate per paura o perché non avete più niente; nessuno vi rimborsa quello che avete speso finora e allora 
restate in Libia. Non c’è un servizio assistenza profughi, perfino i libici a volte danno fuoco alle filiali delle banche perché non ci sono più contanti…
Mendicate? Vi notano e denunciano. Vi mettete al servizio di bande criminali? Attenti a non sparire nel nulla, perché se non avete soldi avete pur sempre due reni, un cuore, un fegato…

Ma diciamo che non volete darvi per vinti: vi ingegnate e trovate un caporale che vi fa fare dei lavoretti, spazzate le strade, spostate carichi, se siete una donna è anche peggio; poi la notte state in qualche baracca insieme a un’altra cinquantina, non solo siriani come voi, soprattuto africani.
Però attenti: gli immigrati clandestini se scoperti vengono multati; siccome non avete più niente, allora c’è il carcere, mentre in Siria qualcuno spera che già siete arrivati in Europa e aspetta che vi fate vivi con buone notizie.

Invece no, siete stati “fortunati”: lo scafista ha un barcone, niente equipaggio, tocca a un migrante pilotare, cibo e acqua sono quelli che riuscite a portare con voi su uno scafo dove non si riesce, fra un corpo e l’altro, a infilare una piuma. 
Vi imbarcate di notte, e attenti: la guardia costiera libica è in azione, se vi trova tornate a riva, alla casella clandestini. Carcere, estorsione, fino a quando? Se vi rispediscono in Siria, da chi andate? Da Assad o tornate a Raqqa?

Se invece la guardia costiera non vi vede, o non vi vuole vedere, il viaggio verso Fortezza Europa inizia. Pregate tutti che un’ Ong o una nave italiana vi traggano in salvo; qui, poi, comincerà la vostra odissea di terra. barcone-migranti-

 

& Articolo elaborato da A refugee’s journey  

Vedere anche Mare Nero … in Libia 

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