La lotta al dissenso è globale e si infiltra nel nostro paese fin dentro il mondo dell’informazione.
L’emittente Radio Radicale, che ha per motto “conoscere per deliberare” e Beppe Giulietti, ex parlamentare oggi presidente del sindacato dei giornalisti, fanno quadrato intorno a Mariano Giustino che dalla Turchia invia quotidiane corrispondenze. Sono corrispondenze obiettive che raffigurano la realtà? La risposta può venire solamente confrontandole con le versioni di altri giornalisti.
Come si configura, pertanto, la loro iniziativa censoria e la “denuncia” di un altro corrispondente che contesta versioni dei fatti che i suddetti vogliono inoppugnabili?
continua…
http://mcc43.overblog.com/2021/01/giornalisti-che-non-ammettono-critiche.html
condivido completamente la critica a Radio Radicale e alla sua faziosità evidente in questo come in altri campi.
ma sullo sfondo, purtroppo, si vede dell’altro: purtroppo questo è un altro dei tuoi interventi in difesa delle dittature o autocrazie islamiche: a te vanno sempre bene, basta che siano islamiche.
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La tua impressione è sbagliata perchè non sai quel che scrivo sul Marocco, per esempio, e il Re si proclama talmente islamico da discendere dal Profeta!!!!
Il punto è che non capisco perché della Turchia si scriva – faccio un esempio “arrestato un giornalista” ma non “militare morto in attentato terroristico” anche se avvenuti lo stesso giorno. Perchè si voglia lasciare a Remondino Negri Giustino prerogativa di parlare di Turchia e non ad altri mi sembra contro una sana plurale informazione. Siamo tutti così disarmati da non capire fra opposte versioni quale, caso per caso, ha più senso?
Attento come sei, non puoi non aver notato che si va dipingendo una immagine solo negativa del paese da quando fa accordi con la Russia, quasi che si stesse tracciando una linea per futura contrapposizione non più solo verbale con un mondo del “male” Ankara Mosca Pechino; a più breve termine bisognerebbe immaginare cosa significherebbe per tutta l’Europa se avesse successo il gioco applicato alla Siria.
Ci sono degli antipatici (Erdogan, Trump, Putin.. ), che comunque erano stati votati, ma non dobbiamo perdere di vista il paese dietro di loro e il contesto mondiale.
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ti chiedo scusa se rispondo in ritardo, ma la tua attenta e cortese risposta non mi è stata notificata da wordpress e la scopro solo verificando come mai – pensavo – non lo avessi fatto.
hai certamente ragione tu se rivendichi di avere scritto sul re del Marocco critiche che evidentemente mi sono sfuggite; non vorrei che quest’altra domanda avesse un tono troppo polemico, che non è nelle mie intenzioni, ma hai scritto qualcosa anche su Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita?
sono certamente convinto che la nostra informazione sia faziosa e condivido le tue critiche, come ho scritto anche sopra; ma purtroppo questo non basta a farci approvare la politica di Erdogan in tutti i suoi aspetti.
insomma, rivendico il diritto di criticare l’integralismo islamista di Erdogan, le sue pretese petrolifere attorno a Cipro, e il modo nel quale gestisce la questione curda (su cui siamo in disaccordo profondo direi storicamente, per usare un aggettivo troppo importante), senza per questo essere considerato un alleato dei circoli bellicisti che certamente soffiano sul fuoco, preparando più che ostacolando, quella grande alleanza asiatica dalla Turchia alla Cina che non dovrebbe essere nelle nostre aspirazioni.
e neppure mi nascondo che nell’attuale catastrofe libica ci troviamo dalla stessa parte, contro Haftar e alleati.
ma non fa per me la logica di rinunciare al criticare Putin ed Erdogan perché altrimenti rischio di finire schierato con chi sogna di fargli la guerra, e sarò sempre contrario alle voci che vogliono spingere verso confronti armati. però quando Erogan manda la sua flotta in acque internazionali a sfidare la Grecia, la minaccia va respinta, senza perdere i nervi. e lo stesso se usa le masse dei profughi siriani come arma di ricatto politico anti-europeo.
Erdogan e Putin godono certamente di un consenso autentico: Erdogan in particolare se lo è costruito con l’appoggio prevalente della Turchia rurale e più arcaica; è un fenomeno generale mondiale che vede una nuova contrapposizione antropologica prima che politica tra città e campagne tradizionaliste. su questo lui ha costruito un potere spregiudicato che secondo me danneggia la Turchia nel suo complesso e la fa regredire politicamente e culturalmente – come fece Gheddafi con la Libia, ad esempio, mantenendola in una condizione di deprivazione e chiusura.
su Trump non mi esprimo, perché non appartiene neppure per sbaglio a questo tipo di fenomeno politico e non capisco come tu possa confonderlo: qui siamo soltanto di fronte ad una variante peggiorata del nostro berlusconismo, ad un magnate rozzo e ottuso che si è messo in politica allo stesso modo per sfuggire al fallimento economico e che ha risvegliato il nazismo americano: accuse che non possono essere certamente mosse né a Erdogan né a Putin, che sono certamente autoritari, ma altrettanto certamente non nazisti.
la lotta curda per l’indipendenza o almeno l’autonomia forte è oggi anche armata; non li chiamo terroristi, ma guerriglieri.
sono cresciuto nei primi anni Sessanta in Sued Tirol, vivendo da vicino situazioni simili; allora l’Italia ebbe un Moro che seppe risolvere il problema. purtroppo per i turchi e per i curdi Erdogan non è un Moro intelligente ed aperto mentalmente,
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La discussione sta andando fuori dall’argomento del post, che non è Erdogan ma lo stato dell’informazione, caso Italia dove i libertari fanno appello alla politica per screditare voci in contrasto, Walter Verdini del PD accoglie, indice una riunione di un sottogruppo dell’antimafia perché sia chiaro che, non solo sulla Turchia, c’è una sola campana legittimata a suonare.
Ad ogni modo rispondo: non ho mai scritto niente su MBS né sulla monarchia saudita, né sulla maggior parte dei paesi del mondo.
Non potrei mai approvare in toto la politica di qualcuno. Su Erdogan non ho nemmeno mai scritto parole laudative, procedo – come su tutti gli argomenti- secondo gli eventi reali dopo aver assunto informazione sufficientemente varia e senza dimenticanze sul contesto:
Quello di Erdogan è il primo governo civile e stabile uscito dalle urne dopo la catena di colpi di stato delle correnti rivali dell’esercito.
Si dice che Ataturk ha modernizzato la Turchia, ma si tralascia che lo ha fatto devastando la convivenza fra le etnie, che sotto i regimi militari a lui ispirati è iniziato il conflitto armato curdo ereditato dal governo attuale.
I Curdi sono cittadini come gli altri in Turchia. I media amano lodare la siriana Rojava e nascondere le tragedie causate dai miliziani PKK i quali, dilagati nel Kurdistan Iracheno creano difficoltà all’unico governo amministrativo curdo oggi esistente.
Turchia non è solo Istanbul dove qualsiasi manifestazione di protesta da noi guadagna entusiastiche prime pagine come se fosse rivolta di un intero paese.
I media hanno rimosso quel che per i turchi è tuttora una ferita aperta: il tentato colpo di stato del 2016 che ha ovviamente aumentato il controllo e le repressioni dei seguaci del vero nemico, il predicatore Gulen. Protetto dalla Cia, col suo movimento Feto e tanti denari infiltra eversivamente i gangli della società.
Senza queste memorie, i giornalisti fanno gran uso di parole come regime e sultano per impressionare gli impressionabili e gli smemorati.
Ecco tutto, buona giornata.
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in realtà, la “dittatura/autocrazia islamica” si regge su di una maggioranza di coalizione, in Parlamento: se il partito di minoranza decide di farlo, il Parlamento viene sciolto e decade anche il presidente della Repubblica, portando per entrambi – parlamento, presidente – nuove elezioni.
sei proprio sicuro che sia corretto parlare di dittatura o autocrazia?
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ti risponderei che dittatura o autocrazia non sono concetti equivalenti. non mi pare che quella di Erdogan possa essere definita una dittatura vera e propria, dato che in Turchia è ancora viva una dialettica politica e ci sono forze di opposizione che si esprimono, più per merito loro peraltro che suo. fino a che l’opposizione riuscirà a resistere alle sue pressioni, la Turchia non sarà una dittatura vera e propria.
il concetto di autocrazia è più sfumato e meno lontano dalla realtà turca, secondo me. recentemente è stato coniato il termine democratura per indicare forme di potere politico certamente sostenute da un appoggio popolare prevalente – nel caso di Erdogan peraltro in modo non schiacciante.
al momento mi terrei a questo, dato che il potere di Erdogan, nonostante certi episodi di corruzione e nepotismo, non ha assunto il carattere di forte concentrazione personale necessario a definire l’autocrate. ma se guardo al palazzo presidenziale megalomane che si è fato costruire a Istanbul, non sono più così sicuro di potere fare a meno di definirlo un autocrate.
certamente, per chiudere questo esercizio di equilibrismo, siamo di fronte a forme di potere che godono di un certo consenso, ma che sono estranee alla divisione dei poteri che, a mio parere, è la vera base della democrazia occidentale, e dunque vedono forme dure e autoritarie di esercizio del potere che non possiamo definire democratiche, ma appartengono a una diversa tradizione islamica, dove al potere ci si deve sottomettere come ad una delle manifestazioni di Allah.
e comunque volgiamo definire il modo in cui Erdogan esercita il potere, è certo che ha sradicato la Turchia dalle forme della civiltà politica europea a cui Ataturk aveva cercato di avvicinarla.
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innanzitutto: il palazzo è ad Ankara e ospita tutti gli uffici della presidenza. non è una residenza privata, è tra l’altro una struttura aperta in parte al pubblico (biblioteca nazionale, auditorium e sala conferenze, moschea). anche in questo caso, la disinformazione ha fatto danni.
riguardo Ataturk, aveva fatto avvicinare la Turchia alla civilità politica europea degli anni ’30: cioè a quella delle autocrazie e dei totalitarismi (partito unico, progetto di costruzione dell’ “uomo nuovo” reprimendo con la violenza chi non era d’accordo, persino cerimonie pubbliche – iniziando coi giochi ginnici – COPIATE da quelle fasciste/naziste).
insomma, a me sembra evidente un completo ribaltamento della realtà (causato dall’informazione ideologizzata/orientata)
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Sono informazioni che certo non leggiamo nei giornali nazionali.
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ho provato a rispondere, ma il commento non compare.
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questo invece sì. funziona tutto male in questo periodo, si perde un sacco di tempo.
ciao
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Chiarisco che non mi è proprio arrivato
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