Zelensky chiede “Avessimo avuto le armi di cui abbiamo bisogno a quest’ora la guerra sarebbe già finita”.
Stati Uniti rispondono “L’Ucraina sta ricevendo armi a una velocità senza precedenti: passa solo una settimana tra la firma di Biden e l’arrivo in mani ucraine”.
“La guerra in Ucraina sta esaurendo l’arsenale della democrazia americana e gli alleati occidentali devono scegliere: inviare più armi a Kiev o salvare le scorte per la propria difesa.” Era il titolo di Bloomberg il 14 aprile. Anche l’Italia partecipa generosamente: oltre a equipaggiamento di protezione individuale, le forniture prevedono mitragliatrici pesanti, missili antiaereo Stinger e missili anticarro Spike.
Mentre gli arsenali occidentali si svuotano di scorte, gli Ucraini consumano velocemente le spedizioni. Sparano come matti osserva l’analista Giovanni Zibordi e secondo una voce non confermata generali ucraini vendono armi al mercato nero.
Nella decisione di inviare miliardi di dollari di armi e attrezzature, l’amministrazione Biden ha tenuto conto del rischio che alcune delle spedizioni finiscano in luoghi inaspettati ha dichiarato un funzionario della difesa alla CNN, aggiungendo che, poiché le forze armate statunitensi non sono sul campo, gli Stati Uniti e la NATO dipendono fortemente dalle informazioni fornite dal governo ucraino. Riservatamente, i funzionari americani riconoscono che l’Ucraina ha un incentivo a fornire solo informazioni che rafforzeranno la richiesta di maggiori quantità di armi. “Non saprei dirvi dove si trovano in Ucraina e a questo punto se gli ucraini le stanno usando, visto che non ci stanno comunicando ogni round di munizioni che utilizzano, chi lo fa, quando e dove. Potremmo non sapere mai esattamente in che misura stanno impiegando i droni kamikaze Switchblades”.
A questo punto occorre introdurre la memoria di una pratica degli apparati ucraini (deviati?) nota da anni. In un articolo del 2017 sul New Yorker si legge “Il capo di un’associazione ucraina di proprietari di armi ha detto all’ Associated Press che il paese ha fino a cinque milioni di armi da fuoco illegali: l’Ucraina si è trasformata in un supermercato per armi illegali”. Inoltre a tutt’oggi il paese non ha un in funzione un registro nazionale dei proprietari di armi e nell’ombra c’è un mercato che ne alimenta la diffusione.
Il progetto “Amulet del fotografo Andrey Lomakin documenta il ruolo amplificato della pistola e del fucile fra i privati nell’odierna società ucraina. A questa diffusione persistente, Zelensky all’inizio del conflitto aveva aggiunto la distribuzione di armi ai cittadini, nonché vietato l’espatrio come profughi agli uomini abili al combattimento, coprendo in tal modo la resistenza all’arruolamento verificatasi fin dall’inizio del conflitto nel Donbass.
Il mercato illegale delle armi su scala internazionale ha come clienti organizzazioni altrettanto illegali, il crimine organizzato, i terroristi, oppure Servizi Segreti che agevolano organizzazioni che intendono minare la stabilità di un paese.
In Italia ad interrogarsi sul pericolo che una parte delle armi di cui viene dotata l’Ucraina proceda verso altre destinazioni e altri scopi non è ancora all’ordine del giorno. Primo articolo rintracciabile a questo riguardo è del giornalista Luca Marfé del Mattino
“Missili anti-carro, sistemi anti-aerei e altre armi. Armi per miliardi di dollari. Nel faccia a faccia indiretto con la Russia, gli Stati Uniti sono schierati platealmente al fianco dell’Ucraina, ma ora emerge un elemento nuovo, per certi versi inquietante. Un elemento che si fonda su una domanda: dove finiscono tutte queste armi? La Storia, specie la storia a stelle e strisce, è piena zeppa di esempi nefasti, di armi finite nelle mani sbagliate, degli alleati di “oggi” che diventano i nemici di “domani”. E anche questa volta il rischio non fa eccezioni né sconti, per ammissione della stessa intelligence americana.”Un buco nero di cui è impossibile tenere traccia” Un rischio, appunto. Enorme”
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