L’astensione del 92% degli elettori chiarisce che il progetto di riforma delle Istituzioni architettato da Kais Saied non ha convinto i tunisini  convocati il 17 dicembre per eleggere il Parlamento. Il sentire comune è che l’appuntamento elettorale sia stato una farsa e ampia è la richiesta di nuove elezioni.

E’ uno schiaffo all’autorevolezza del Presidente e fa seguito al disinteresse del 69% dei cittadini che disdegnarono il referendum sul testo della nuova Costituzione indetto a luglio. Le  legislative del 17 dicembre erano state precedute da un appello al boicottaggio dalla generalità dei partiti di opposizione, da sempre divisi, ma ora affiancati nel medesimo rifiuto del risultato.

A urne chiuse, il Fronte di Salvezza, principale forza di opposizione, ha affermato che la bassa affluenza significa che Saied non ha legittimità, deve lasciare l’incarico e chiama a “massicce proteste e sit-in”. E’ la coalizione guidata dal partito Ennahdha, costola dei Fratelli Musulmani, e fu per bandirlo dalla vita politica che Saied sospese il Parlamento e assunse pieni poteri.
Anche il Partito Costituzionale Libero, guidato da Abir Moussi che si ispira all’ex presidente Ben Ali, è altrettanto chiaro “Chiediamo di dichiarare vacante la Presidenza e indire elezioni presidenziali anticipate”.
Al Presidente, che alla vigilia del giorno elettorale era in viaggio ufficiale negli Stati Uniti, la Casa Bianca attutisce il colpo definendo le elezioni “un primo passo essenziale verso il ripristino della traiettoria democratica” e che  la bassa affluenza alle urne “rafforza la necessità di ampliare ulteriormente la partecipazione politica nei prossimi mesi.”
L’Unione Europea si era defilata fin dall’inizio dichiarando “Il Parlamento europeo non invierà osservatori alle elezioni parlamentari tunisine del 17 dicembre e di conseguenza non commenterà né lo svolgimento né i risultati”. Per maggior chiarezza il comunicato aggiunge “qualora un deputato decidesse di osservare queste elezioni, lo farebbe di propria iniziativa e non dovrebbe in nessun caso, attraverso dichiarazioni o azioni, associare la sua partecipazione al Parlamento europeo”.


Il 19 dicembre Saied commenta per la prima volta il risultato, non con una dichiarazione ufficiale ma durante un incontro con il Primo Ministro, signora Najla Bouden “Alcuni noti partiti non hanno trovato nulla di meglio che concentrarsi sul tasso di partecipazione in questo primo turno per mettere in discussione la legittimità della prossima Assemblea dei Rappresentanti del Popolo. Il tasso di partecipazione non si misura solo dal primo turno, ma dai due turni”  essendo, infatti, previsto un secondo turno approssimativamente all’inizio di febbraio.

Il Fondo monetario internazionale in prossimità delle elezioni aveva deciso di ritardare l’approvazione finale del maxi-prestito, di otto rate in quattro anni, senza darne spiegazione.  Si ritiene che abbia pesato la mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge finanziaria per il 2023 oppure i dubbi creati dall’ampio invito al boicottaggio della tornata elettorale. Un ritardo  che  rischia di bloccare la catena dei finanziamenti internazionali necessari ad evitare il tracollo finanziario del Paese.
Il presidente del partito di centro destra Afek Tounes ha significativamente osservato “E’ inconcepibile che a 65 anni dall’indipendenza ci siano ancora dei tunisini che debbono chiedere al loro presidente un pacco di latte.”

Maria Carla Canta

Fonti consultate https://justpaste.it/by5o0

Tag Tunisia : https://mcc43.wordpress.com/tag/tunisia/

Pubblicità