Dal 1967 il Movimento di Liberazione del Sahara Occidentale lottava per l’indipendenza da Madrid. Nel 1975, mentre la Spagna iniziava il ritiro, il Marocco occupò militarmente il territorio dei Saharawi. Negazione dei diritti, repressione, sfruttamento e diffusa attività di lobby corruttrici sono il volto di quest’ultimo colonialismo in Africa.
I Saharawi erano nomadi organizzati in tribù fino alla spartizione del continente nel XIX° sec. quando il loro territorio venne assegnato al regno di Spagna che mise in atto una dominazione non tenacemente oppressiva. Con la spinta indipendentista che animò i popoli africani nel XX° sec. fra i Saharawi nacque nel 1967 il Movimento per la Liberazione e poi, nel 1973 l’ organizzazione politica e militare denominata Fronte Polisario. Nel 1975 il Polisario ottenne il riconoscimento ONU e dalla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi. Nel 1976 viene proclamata formalmente la Repubblica Democratica Araba dei Saharawi (RASD). Orientandosi ad abbandonare il territorio, la Spagna franchista si era pronunciata a sostegno di questo processo, ma già nell’autunno 1975 il Marocco aveva inviato 25mila soldati, avanguardia della marcia dei 300mila marocchini diretti ad occupare il territorio. Molti Saharawi si rifugiarono in campi profughi sul territorio dell’Algeria.
E’ trascorso circa mezzo secolo: i profughi restano profughi e vivono della carità internazionale, i Saharawi rimasti subiscono controlli individuali, repressioni, incarcerazioni e torture, il Regno del Marocco rimpingua le sue casse con le ricchezze minerali -soprattutto i preziosi fosfati- e coi prodotti della pesca. L’Onu che, nell’aprile 1991 ha istituito la missione MINURSO per monitorare la “preparazione del referendum per l’autodeterminazione”, dimostra da decenni tutta la sua vacuità.
La staticità della situazione è ottenuta da Rabat con tre linee di condotta.
-La tattica più longeva e meno infamante consiste nel proporre ciclicamente progetti di autonomia amministrativa per il territorio e nel corso del tempo sta facendo breccia nella visione degli enti sovranazionali. Il Consiglio di Sicurezza ONU ha rinnovato il 29 ottobre 2022 il mandato della MINURSO sulla base di un testo redatto dagli Stati Uniti che richiama le parti a una soluzione realistica basata sul compromesso.
-La tattica più ignominiosa consiste nel ricatto geopolitico.
Nell’aprile 2021, il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, viene ricoverato in un ospedale spagnolo, come ritorsione Rabat sospende i controlli sulla frontiera di Ceuta facilitando il passaggio in 48h di circa 8mila migranti. Messaggio ricattatorio per la Spagna, e l’Europa, che a un anno di distanza porta Pedro Sanchez in visita a Rabat a dichiarare che riconosce l’importanza della questione del Sahara per il Marocco, pertanto la Spagna considera il piano di autonomia marocchino, presentato nel 2007, come la base più seria, realistica e credibile per la risoluzione della controversia.
Già in precedenza, con una partita di scambio, Donald Trump aveva riconosciuto la “sovranità” del Marocco sul Sahara Occidentale in cambio della ripresa delle relazioni diplomatiche di Rabat con Israele. Con l’avvicendamento alla Casa Bianca, il Marocco alza la posta direttamente con Israele facendo dipendere l’apertura della sua Ambasciata a Gerusalemme dal preventivo riconoscimento ufficiale israeliano della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale.
Volendo andare indietro nel tempo, si possono trovare altri casi di pressione geopolitica, ad esempio nel 2014 quando tentarono con la Russia
– Se ai ricatti geopolitici il mainstream non dà gran risalto, diversamente in questi ultimi mesi accade con la tattica della corruzione individuale ed incalzano le notizie sull’attività lobbistica corruttrice. Sebbene lanciata come Qatar-gate l’indagine belga ha presto mostrato l’ampiezza e la sistematicità delle pressioni esercitate dal Marocco. Affari Italiani scrive: “il tariffario della “cricca”: 50mila € per ogni legge pro-Marocco. Il quotidiano fiammingo De Standaard svela le cifre. Almeno 147 gli emendamenti fermati.”
Inizialmente accusati personaggi che hanno alle spalle le nobili civiltà di Atene e Roma, ma la Giustizia belga potrebbe scoprire che ad essere coinvolti non sono solo politici di Grecia e Italia; lo si può anticipare dalle rivelazioni dell’ex-eurodeputato francese José Bové, che ha affermato di essere stato oggetto di tentativi di corruzione.
A sostegno delle attività ricattatorie e della corruttela, il Marocco fa ampio uso dello spionaggio. Arresto di spie come Kaoutar Fal, ufficialmente lobbista, ma in stile Mata Hari.
Scoperto l’uso delle intercettazioni con lo scandalo della sorveglianza dei cellulari per mezzo del software israeliano Pegasus, che non si sono limitate ai giornalisti, ma anche ad attivisti e simpatizzanti Saharawi, ad attivisti e sostenitori del movimento per l’indipendenza dell’Hirak, e a tutte le persone in qualche modo invise alla cerchia reale. Come Claude Mangin-Asfari di cui si è scritto in questo blog nel 2018 all’articolo Una donna sfida il regno del Marocco per amor di Giustizia. Quando Mohammed VI salì al trono nacquero grandi speranze di cambiamento rispetto al governo autoritario e repressivo del padre – che da sultano si proclamò re – ma i cambiamenti sono stati soltanto superficiali.

Anche nella gestione di palazzo non mancano le ombre. La consorte reale Salma Bennani, titolo onorifico Lalla Salma del Marocco, dal 2017 è scomparsa dalla vita istituzionale e successivamente assente anche dalle celebrazioni famigliari, come il compleanno dei figli.
Malattia, divorzio segreto, esilio, ripudio o, come gli avversari del re mormorano, crimine? E’ noto che le tre sorelle di Mohammed VI non gradirono mai di essere messe in secondo piano da una ragazza del popolo, scandalosamente bella con la sua cascata di riccioli rossi, raffinata e colta. Un fiume di articoli scorrerebbe se da un lustro la consorte di un qualsiasi regnante brillasse per un’assenza che ormai somiglia a una scomparsa, per Mohammed VI e Lalla Salma, invece, stranamente non è così.
Maria Carla Canta
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