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Quanto vale la volontà democraticamente espressa dagli Israeliani se il risultato non è gradito a Washington?

Le ultime elezioni in Israele hanno condotto ad una coalizione di governo nella quale sono determinanti i partiti del Sionismo Religioso. E’ uno spostamento alla destra più estrema dello spettro politico israeliano che imbarazza gli Stati Uniti.

da Haaretz : Qualcosa ribolle al Congresso e dovrebbe allarmare Israele

Il fatto che ora ci siano quattro membri del Congresso, tutti di altissimo livello per la difesa di Israele a Washington – sia in pubblico che dietro le quinte – che mettono in guardia sulla nuova coalizione stabilisce una tendenza che dovrebbe causare un innegabile allarme a Gerusalemme.
Se questi risoluti amici di Israele avvertono che i membri e le politiche della coalizione allo stesso modo potrebbero avere un effetto negativo sul sostegno degli Stati Uniti a Israele , allora Israele dovrebbe prestare attenzione agli avvertimenti e capire che potrebbe essere una questione di quando, non se, critiche e pressioni da parte di Washington. cominciano a fondersi.

I cambiamenti politici interni influenzano ovviamente le relazioni internazionali, ma la verbalizzazione dell’eventuale dissenso non dovrebbe trasformarsi in ricatto. Godendo Israele della nomea di unica democrazia del Medio Oriente, l’elettorato si è  liberamente espresso e i suoi rappresentanti non dovrebbero subire palesi intimidazioni. Può apparire una posizione ingenua solo a chi accetta senza obiezioni la situazione geopolitica presente che pone alla democrazia interna di uno stato i confini fissati dall’alleato più forte.

Dal 1948 gli Stati Uniti in collaborazione con governi israeliani graditi non hanno risolto i problemi del Medio Oriente. Al contrario, la comune condotta ha rafforzato proprio quelle componenti che ora a Washington fanno storcere il naso. Il Sionismo Religioso, infatti, non nasconde i propri intenti dietro l’ipocrisia politica che ha finora guadagnato a Israele la connivenza americana, per esempio sull’Occupazione militare dei Territori. Si rammarica l’opinionista di Haaretz:

Inoltre, qualsiasi passo che possa esacerbare le tensioni con i Palestinesi invocherà condanne e azioni da parte dei soliti. Resta da vedere se Israele può aspettarsi la stessa copertura a cui si è abituato dal Congresso.

Per quanto avversi si possa essere al sesto governo di Netanyahu uscito dalle urne, Israele è oggi  nella posizione di rivendicare quello che altrove, in Occidente, non si osa: la democrazia come potere esercitato dal popolo tramite rappresentanti liberamente eletti, anziché modellato da cancellerie straniere.

Maria Carla Canta
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