Nel generale schieramento dei media americani si intravedono poche riflessioni su come è stata costruita l’accusa. Il Washington Post  lascia all’editorialista Ruth Marcos il compito di toni più sfumati nella linea colpevolista del quotidiano.

La questione dubbiosa molto profonda non viene affrontata nemmeno nell’editoriale The Trump indictment is a dangerous leap on the highest of wires. Un ex presidente accusato di crimini riferiti alla sua elezione dovrebbe essere soggetto alla Giustizia federale, mentre in questo caso a muoversi è stato il procuratore Alvin Bragg (Nota1) del tribunale distrettuale di Manhattan, coerentemente con le promesse fatte al tempo della sua elezione I’ll get Trump. Non è una mossa senza conseguenze perché stabilisce un precedente: su qualsiasi ex-presidente o presidente potrà scrosciare un temporale di denunce locali, come malefico congegno di lotta politica. (Nota2)

Ruth Marcos nell’articolo si concentra sulle contestazioni a Trump che non  offrono nulla che non fosse già di dominio pubblico: i pagamenti a copertura di due relazioni extraconiugali, le ammissioni del suo faccendiere Michael Cohen di aver pagato su indicazione di Trump 130.000 $ rubricandoli come rimborso di consulenze legali. e di aver violato la legge elettorale federale fornendo contributi aziendali illegali. I pubblici ministeri federali su questo avevano indagato senza mai formulare accuse a Trump.

La Marcos si chiede se i pubblici ministeri dello stato di New York possono trasformare questa condotta in un crimine di stato. Risponde: forse, ma invita a non lasciarsi  ingannare dai 34 capi d’accusa:  resisteranno o cadranno tutti insieme a seconda che la teoria dei pubblici ministeri regga oppure no.
La teoria degli accusatori è questa: la legge di New York considera reato minore, una infrazione, falsificare documenti aziendali, ma se la falsificazione è compiuta con l’intento di frodare e occultare un altro crimine, quell’atto diventa esso stesso crimine.
E a questo punto, Ruth Marcos entra nel vivo:

“Ok, ma quali sono gli altri crimini che Trump è accusato di insabbiare?”

Tucker Carlson di Fox News amplia la domanda ( link ). Trump è accusato 34 volte dello stesso crimine, ma per il falso nelle registrazioni contabili i termini per l’incriminazione sono scaduti. Bragg sostiene che Trump lo ha fatto per nascondere la violazione di una legge molto più seria. Pertanto, chiede Carlson

“Trump non è incriminato per aver falsificato le registrazioni contabili bensì per nascondere un crimine più serio, ma qual’è questo crimine? Non ne abbiamo idea!”  

I dubbi di Ruth Marcos sul Washington Post:
Ma, ma, ma. Questo non è un territorio legale ben battuto. Se ho capito correttamente l’argomentazione di Bragg, c’è una certa circolarità nel dire che una falsa dichiarazione sui libri societari diventa crimine [felony], non infrazione [misdemeanor], perché la legge elettorale statale rende infrazione promuovere una candidatura con mezzi illegali, come fare dichiarazioni false . (Nota3)

Inoltre, non è affatto chiaro che la violazione di una legge federale – anche se si potesse dimostrare che Trump  l’ha commessa – costituirebbe il tipo di altro crimine che consentirebbe a Bragg di trasformare la presunta condotta di Trump da infrazione a crimine. Come hanno scritto il mese scorso Joshua Stanton, Norman L. Eisen, E. Danya Perry e Fred Wertheimer sul sito web di JustSecurity, “l’unica corte d’appello di New York ad aver considerato il significato di ‘reato’… ha scoperto che si applicava solo ai crimini di New York”.
Inoltre, gli avvocati di Trump sosterranno che la legge elettorale federale sostituisce la legge statale. La legge federale afferma esplicitamente che le sue norme “sostituiscono e prevalgono su qualsiasi disposizione della legge statale in materia di elezione alla carica federale”. Di nuovo, forse la teoria del caso di Bragg si rivelerà solida. Forse no. Ma questo sembra un pericoloso salto sul più alto dei fili.”

Maria Carla Canta

Nota1:  Donazioni di Soros e un’organizzazione no profit da lui finanziata al gruppo nazionale per la giustizia razziale Color of Change, che ha sostenuto la campagna DA di Bragg e in seguito gli ha fatto pressioni per un procedimento giudiziario non correlato a Trump. link

Nota2 Per una più esauriente esposizione critica Trump e la fine della Prima Repubblica in MazzoniNews

Nota3 “But, but, but. This is not well-trodden legal territory. If I understood Bragg’s argument correctly, there is a certain circularity to saying that a false statement on corporate books becomes a felony, not a misdemeanor, because state election law makes it a misdemeanor to promote a candidacy by unlawful means, such as making false statements.”