A parere della Corte Suprema del Colorado Donald Trump non deve essere iscritto alle primarie presidenziali repubblicane dello stato perché “coinvolto” nell’insurrezione dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Ciò in forza del 14° Emendamento della Costituzione destinato a evitare che politici confederati, sconfitti nella guerra civile 1861-1865, assumessero ruoli tali da rendere possibile reintrodurre la schiavitù.

Le 200 pagine della sentenza della Corte Suprema del Colorado, emessa il 19 dicembre 2023, sono leggibili qui. Questo il pronunciamento essenziale, approvato con 4 giudici favorevoli e 3 contrari:

In questo appello presentato da un tribunale distrettuale che procede ai sensi del codice elettorale del Colorado, la Corte Suprema valuta se l’ex presidente Donald J. Trump possa comparire alle primarie presidenziali repubblicane del Colorado nel 2024.
La maggioranza della Corte  lo ritiene interdetto dalla carica di presidente ai sensi della sezione 3 del 14°Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Poiché è squalificato, sarebbe un atto illecito ai sensi del codice elettorale se il Segretario di Stato del Colorado lo elencasse come candidato alle primarie presidenziali. La corte sospende la sua sentenza fino al 4 gennaio 2024, soggetta a qualsiasi ulteriore procedimento d’appello.”

Il  testo completo del lungo e complicato 14° Emendamento è leggibile qui . La Sezione 3 cui fa riferimento la Corte recita:

“Nessuno potrà essere Senatore o Rappresentante al Congresso, o elettore del Presidente e del Vicepresidente, né ricoprire alcuna carica, civile o militare, sotto gli Stati Uniti, o sotto qualsiasi Stato, che, avendo precedentemente prestato giuramento, in qualità di membro del Congresso, o come funzionario degli Stati Uniti, o come membro di qualsiasi legislatura statale, o come funzionario esecutivo o giudiziario di qualsiasi Stato, per sostenere la Costituzione degli Stati Uniti, si sarà impegnato in un’insurrezione o ribellione contro il stesso, o dato aiuto o conforto ai suoi nemici. Ma il Congresso può, con un voto di due terzi di ciascuna Camera, rimuovere tale disabilità.”

Cruciale l’espressione si sarà impegnato, cui segue l’ovvia questione: impegno accertato da chi? Negli stati democratici le certezze sui comportamenti criminosi, pubblici o privati, emergono dai procedimenti in Tribunale.
Fino ad ora il coinvolgimento di Trump negli strani disordini del 6 gennaio proviene dalle tesi di membri del partito democratico, infatti, sebbene Trump debba affrontare 91 capi di accusa in 4 differenti processi, le imputazioni ruotano intorno al tentativo di “sovversione elettorale” e nessuna sentenza finale è stata emessa. Si veda l’incriminazione dell’agosto scorso in Georgia  che lo porta a giudizio insieme ad altre 18 persone “unite in una cospirazione per cambiare illegalmente l’esito delle elezioni” . 

La reazione del Partito Repubblicano, per voce  del presidente della Camera Mike Johnson: nient’altro che un attacco partigiano sottilmente velato. Mentre la presidente della conferenza repubblicana della Camera Elise Stefanik ha scritto: quattro agenti democratici faziosi della Corte Suprema del Colorado pensano di poter decidere per tutti le prossime presidenziali, hanno tanta paura che Trump vinca le elezioni del 2024 che stanno tentando illegalmente di escluderlo dal ballottaggio.
Mentre i democratici sperano che altri stati seguano l’esempio del Colorado, anche incitando a modificare la loro legge elettorale, e il Michigan ha rifiutato, i rivali repubblicani nella corsa alla nomination si sono mobilitati in difesa di Trump. Vivek Ramaswamy in un lungo post su X (Twitter) osserva:
E c’è un altro problema legale: Trump non è un ex “ufficiale degli Stati Uniti”, come questo termine è usato nella Costituzione, il che significa che la Sezione 3 non si può applicare. Come spiegato dalla Corte Suprema nel caso Free Enterprise Fund contro Public Company Accounting Oversight Board (2010), un “funzionario degli Stati Uniti” è qualcuno nominato dal Presidente per aiutarlo nei suoi doveri, ai sensi dell’Articolo II, Sezione 2. Il termine non si applica ai funzionari eletti e certamente non al Presidente stesso”.

Una nuvola di procedimenti legali avvolge la campagna elettorale di Trump che i sondaggi rivelano favorito rispetto a Biden. In gennaio una serrata sequenza di date chiave determineranno la traiettoria dei suoi eventuali processi penali. Con il processo federale fissato il 4 marzo 2024, sempre per accuse di complotto allo scopo di  ribaltare le elezioni, sarà probabilmente la Corte Suprema degli Stati Uniti a decidere sulla candidabilità dell’ex presidente. 

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Maria Carla Canta