Maximilian Forte, antropologo italo-canadese, analizza impietosamente la svolta storica cui stiamo assistendo: la scomparsa della sinistra dal panorama del futuro.
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in Voci dall’estero

[…]‘Se non credete che l’immigrazione sia usata dai datori di lavoro per ridurre gli standard di vita e di lavoro negli Stati Uniti, allora potete andare a lavorare in una qualsiasi fabbrica americana che ha un numero significativo di mansioni spiacevoli e che non richiedono qualificazioni. Vedrete il vostro capo-capitalista che mantiene i salari bassi e i lavoratori intimiditi ed oppressi assumendo, tra le varie cose, degli immigrati la cui esperienza di povertà estrema, violenza, e altre forme di miseria nei loro paesi di origine, rende disposti a lavorare in una “manifattura moderna” con obbedienza e senza proteste per 10$ all’ora o meno.’


[…]   La contraddizione che però sorge, e Harvey vi presta notevole attenzione, è che salari più bassi significano meno denaro per fare acquisti. Ciò riduce le dimensioni del mercato, e riduce i margini di profitto dei capitalisti. Quindi, se i lavoratori hanno tutti meno soldi, chi sostiene la domanda? Una opzione è aumentare gli stipendi: male. L’altra è aumentare il credito, cosa che si sta facendo. La terza opzione è aumentare la massa totale dei lavoratori, cosa che si sta anche facendo. I lavoratori possono anche avere meno denaro da spendere singolarmente ma, importando più lavoratori, ci saranno più persone che spendono (anche se poco). Quindi l’immigrazione può aiutare a sostenere o perfino aumentare la domanda, senza aumentare i salari. 

 

Un sistema oligarchico in crisi cerca, ovviamente, rimedi. Avendo reso la maggioranza dei lavoratori superflui, la chiave sta nel trovare il modo per renderli superflui anche come elettori

 

Sorgente: Vocidallestero » Immigrazione e capitale