mcc43

Sandmonkey è il  nickname ma dietro c’è una persona vera, un blogger di piazza Tahir, un aspirante politico,  un uomo che si interroga.
Il suo nome è Mahmoud Salem. Per due mesi non ha scritto nulla, ha tentato l’elezione e gli è andata male, ha gestito la campagna elettorale di un altro candidato e gli andata bene, intanto, dice, non riesce a dimenticare le scene che ha visto andando per le strade, le case  e gli ospedali. Il 20 dicembre è tornato per un lungo interessante, spesso toccante, articolo di cui traduco una parte

“Uno dei più grandi errori di questa rivoluzione, e ce ne sono un sacco di cui discutere, è stato permettere agli aspetti politici di oscurare gli aspetti culturali e sociali.

Ci siamo scontrati con i militari trascurando la gente, abbiamo lasciato che la finestrina che si apre una volta ogni 100 anni, e lascia vedere  una nazione che ha voglia di cambiare ed evolvere, andasse persa. Perfino il lavoro che abbiamo fatto si focalizzava sull’insegnare alla gente i loro diritti politici, o comportamenti superficiali come “rispetta le regole del traffico!” e niente riguardo al rispetto per le donne o per la gente di altre fedi che condivide questa terra maledetta.

Nella nostra arroganza abbiamo pensato che la gente sarebbe cambiata da sé, che si sarebbero comportati bene nonostante che in tutta la storia dell’umanità non c’è una sola prova che la gente, da sola, agirà in modo giusto.  Scusate tutti, siamo stati arroganti e idealisti. Perdonateci.

Le elezioni parlamentari sono state fraudolente. Non sto dicendo questo perché ho perso – ho perso alla grande – ma perché è la verità. La frode è avvenuta per mano degli scrutatori e dei giudici. A gente della mia tornata elettorale è stato offerto il “Pacco votazioni”, scrutatori e giudici hanno insegnato alla gente chi votare e dato schede non stampate ai Cristiani, dove erano maggioritari, per invalidare il voto; la coalizione Egiziana ha circa mezza tonnellata di schede corrette per insegnare alla gente come votare per loro; sono state gettate per strada a Heliopolis, Ghamra, Shubra, Zaitoun, Alessandria, Suez e molti altri distretti.

Se chiedi all’Egiziano medio, vedrai che non trova che la corruzione sia un problema, piuttosto che le cose siano sia corrotte sia non funzionanti. Quante volte abbiamo sentito, parlando di Mubarak, “Poteva rubare quello che voleva, e non avremmo mai detto niente, se solo avesse fatto andare bene il paese intanto che  rubava” Centinaia di volte.

Bene adesso abbiamo quello che abbiamo voluto. Il nuovo Egitto non sarà libero dalla corruzione, piuttosto sarà simile a un paese sud-americano: corrotto, tuttavia funzionante. Ciascuno si farà i fatti suoi e sarà consentito che lo stesso livello di corruzione ci sia in alto e in basso.

Dateci una facciata, una tenda e noi saremo contenti ed entusiasti dell’apparente miglioramento.Non abbiamo mai avuto molto del resto.
Vuoi sicurezza? Metteremo un manipolo di poliziotti nelle strade e ti sentirai sicuro, anche se quelli non faranno molto per proteggerti dai criminali.
Vuoi la democrazia? Creeremo una campagna mediatica, organizzeremo sondaggi e ti metteremo in piedi e in coda davanti al seggio elettorale, mentre gli scrutatori correggeranno i voti a volontà, e tu non sarai più saggio: crederai a qualunque risultato ascolterai.
La Democrazia è brillante, non è vero?

Ci riconosciamo in quest’ultima descrizione? Prima di dire no, chiediamoci cosa sarebbe accaduto ai tempi del referendum Monarchia Repubblica se si fosse deciso il riconteggio dei voti. Ricordiamoci di elezioni più recenti con vittorie sul filo di lana, di liste elettorali rese valide con firme false, di decine di proteste per irregolarità nei seggi. Ricordiamoci, soprattutto, la nostra ostinata volontà di credere a quello che viene detto in televisione, sui giornali, in rete purché molte volte e con enfasi.

Sandmonkey, tu chiedi scusa ai tuoi compatrioti, ma, credimi, non sono i soli.
Ne vorrei, io,  delle scuse dagli arabi che hanno guidato le ribellioni avendo in mente i sistemi occidentali, come le vorrei dagli indiani e dai cinesi, da tutti quelli con  alle spalle una civiltà diversa che può  produrre un proprio sistema di governo e proprie prassi per arrivarci.
Ah le rivoluzioni nate in Facebook! Anche se non era vero,  la dice lunga vantarsene. E’ assecondare il gioco del pensiero unico, voltare  le spalle alla propria specificità, alla vera propria cultura. Non avete opposto resistenza a quella parte di mondo meglio armato di bombe, agenzie notizie e di irresponsabilità. Ora il sistema unico è una “democrazia” di facciata;  di questo  rituale ci stiamo, noi, sempre più  disaffezionando e ci manca un confronto con voi.

C’è stato uno scollamento tra i rivoluzionari e il popolo sulle priorità. Le nostre sono un governo civile, la fine della corruzione, la riforma della polizia, della magistratura, dei media di stato e l’esercito,  mentre loro priorità è vivere in pace e mettere il cibo in tavola. E noi a , ignorare  o sminuire, dicendo che, se vogliono questo,  devono sostenere prima ciò che vogliamo noi; deridendo le loro paure economiche e dicendo loro che le cose saranno toste per i prossimi 3-5 anni, ma in seguito andranno meglio.
Notizia fresca: la maggioranza delle persone non può permettersi una vita più dura per 3-5 anni! All’inferno, non può permetterselo neanche un altro mese!

Proprio così Sandmonkey, in tutti i paesi, non solo in Egitto.
Ci sono bisogni di base e bisogni superiori. Una scala. Voi, intellettuali, in tutti i paesi, spesso  siete entrati nella vita già sugli scalini alti, non volete proprio rendervene conto e deridete.
Come fate a non capire che il primo diritto è essere liberi dal bisogno più pressante , dai morsi della fame, dall’urgenza di una medicina, di un tetto, dell’acqua pulita…
Non vedete quanto bene lo capiscono, invece, proprio gli antidemocratici che giustamente combattete? Loro fanno “queste” promesse e vincono le elezioni. O  non le fanno nemmeno,  ne parlano e illudono, ma sono argomenti pressanti  che ognuno può capire, anche se non sa tenere la penna in mano.

***

In Twitter Sandmonkey  sfoga : lo spirito ironico

 Sul Sinai, ex cassaforte turistica dell’Egitto,  non più turisti e tutti  armati fino ai denti

*** To say that tourism is dead in sharm elsheikh is an understatement. We saba7 el cheap deals. :s

***  In South Sinai. Bedouins & tribes & kin & everyone has weapons. Insanity. 🙂

Sui costumi del nuovo Egitto: sbronze libere e bambole scosciate..

*** The liqiour black market is going insane due to new alcohol duty free regulation. 200% increase so far. The timing also sucks #nye #xmas

*** Taken at an egyptian party, in newly islamist-taken-over egypt.#vivalaresistence :p yfrog.com/nzx4zvdj

Questa è la foto che si apre al link,  si potrebbe intitolare,”indietro il velo, avanti le piume” e non è un progresso della dignità della donna.
Tahir è stato uno tsunami, ora bisogna ripulire e ricostruire. 7000 anni di storia dell’Egitto non si faranno impennacchiare per sempre.