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Il tentativo di rimuovere Benjamin Netanyahu dalla guida del nascente governo d’Israele si è concluso mercoledì 6 maggio quando l’Alta Corte di Giustizia ha rigettato due ricorsi e stabilito che il Primo Ministro può continuare nel suo ruolo, pur dovendo affrontare un processo per accuse di corruzione, frode e violazione della fiducia pubblica.

Invece di una sanzione, un premio, un trionfo, anziché le dimissioni. Fatto salvo il principio della presunzione d’innocenza, Netanyahu avrebbe più degnamente dovuto dimettersi. “Un paese guidato da una persona accusata di corruzione è un paese malato” ha commentato qualche osservatore politico deluso. Nella sentenza, la Corte non esclude futuri interventi, ma in tal caso l’iter potrebbe richiedere almeno tre o quattro anni.

Si può osservare a posteriori una colpa dell’area politica di sinistra che si è concentrata sull’aspetto giudiziario, senza più alcuna iniziativa contro le politiche di destra autoritaria di Netanyahu: lo smantellamento del welfare state israeliano, l’istituzionalizzazione della discriminazione contro i cittadini palestinesi di Israele, il radicamento dell’Occupazione e degli Insediamenti, la promozione dell’annessione e dell’apartheid in Cisgiordania, infine, la chiusura di ogni opportunità per potenziali negoziati con l’Autorità Palestinese.

Certo, puntando sullo scandalo della corruzione, l’area di sinistra e di centro, con la parola d’ordine chiunque tranne Bibi, è riuscita a dare vita a una alleanza  materializzatasi nel partito Blu e Bianco capeggiato dal generale Benny Gantz. Nell’ultima delle tre elezioni a tempi serrati, questo partito ha avuto successo ma non abbastanza per formare un governo di centro-sinistra. E’ diventato necessario per le due coalizioni avverse arrivare a un accordo per governare insieme.

Dopo mesi e fiumi di denaro spesi in campagne elettorali per spiegare al pubblico perché non si deve consentire a un primo ministro incriminato di formare il prossimo governo, il partito anti-Bibi ha stretto un accordo che Gantz ha giustificato così “Come soldato che ha dedicato la vita alla protezione dello Stato di Israele, ho promesso di portare avanti il mio impegno nel paese e di conformarvi le mie decisioni come leader politico. In questo momento di crisi, non ho avuto altra scelta che mettere da parte la politica e scegliere l’unica strada che ci consente di evitare le quarte elezioni.“ 

Da questa sua decisione è derivata la spaccatura di Blu e Bianco, i partiti di Yalon e Lapid sono arrivati a rifiutare il voto a Gantz come Presidente della Knesset; Yair Lapid, che fu cofondatore di Blu e Bianco, lo ha accusato del peggior atto di frode nella storia di Israele.

Traditi anche i votanti di Lista Unita: galvanizzati dal grande apporto dato al risultato, gli arabi israeliani si aspettavano la fine delle tradizionali pratiche discriminatorie e che nel governo venissero inclusi parlamentari arabi. Una coalizione con Netanyahu, invece, continua a escludere i rappresentanti del 21% della popolazione nazionale, tanti sono gli arabi israeliani, dalla compagine governativa. Ciò avrà ripercussioni serie e durature per le future relazioni tra palestinesi ed ebrei, egualmente cittadini israeliani.
Ayman Odeh, presidente della Lista Unita  ha accusato Gantz di averli trattati  come si tratta un’amante. La storia che ha animato l’esistenza di Israele negli ultimi 52 anni è l’Occupazione, questo, insieme al concetto di “supremazia ebraica” secondo cui il paese appartiene a un solo gruppo etnico, è ciò che definisce lo Stato di Israele e che crea nei fatti la prosecuzione di una situazione di apartheid.

L’accordo trovato diventerà formalmente governo il 13 maggio; prevede, oltre alla presidenza della Knesset a Gantz, che la legislatura attuale sia prolungata di un anno, che Netanyahu e Gantz si spartiscano a turno la carica di primo ministro: i primi 18 mesi toccheranno a Netanyahu, poi sarà la volta di Gantz per altri 18 mesi, poi toccherà di nuovo a Netanyahu per sei mesi e infine a Gantz per gli ultimi sei. Niente più che un trucco per evitare tentazioni di ricorrere nuovamente alle elezioni.

La destra del Likud assieme ai partiti religiosi ultraortodossi governerà con il partito laico centrista Blu e Bianco e alcuni deputati della sinistra laburista. In tal modo nel prossimo semestre Netanyahu potrà preparare l’annessione di una parte delle colonie israeliane in Cisgiordania, che Israele occupa dal 1967 nonostante la comunità internazionale le consideri parte del futuro stato palestinese.

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Scrive  +972Magazine, Independent Journalism from Israel-Palestine:

L’Alta Corte non ha fermato Netanyahu. Non fermerà neanche l’annessione

Con questo governo Israele vola verso l’annessione di parti della Cisgiordania – in totale violazione del diritto internazionale. Sappiamo da anni che non c’è nulla di temporaneo nell’Occupazione, ma il fatto che Israele diventi uno stato annessionista dovrebbe mettere in discussione la sua stessa legittimità. Questa è la lotta che deve essere combattuta ora. Dobbiamo pensare a come resistere all’annessione e cosa fare il giorno dopo la sua entrata in vigore. Né il Procuratore generale né la Corte Suprema del paese saranno qui per aiutarci.