segue da https://mcc43.wordpress.com/2011/09/01/tripoli-che-fu-italiana-al-rombo-del-cannon-1-settembre/

2 SETTEMBRE Esattamente un anno fa avveniva a Roma un grande celebrazione di amicizia; consiglio di gustare lo spettacolo nel video di questo post  cliccando qui ” amarcord … Berlusconi e Gheddafi soltanto un anno dopo 

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Sui media spicca il messaggio di ieri di Gheddafi e il commento che mi colpisce è della BBC

Alcune divisioni erano evidenti nel clan Gheddafi all’inizio delle sommosse, febbraio e primi di marzo, con  i membri della famiglia che si incolpavano vicendevolmente della ribellione. Ma ora non è più così. Il clan Gheddafi sta combattendo la guerra di una famiglia contro il popolo libico e sa che è un combattimento alla morte.

Mi ha fatto ricordare le parole di un conoscente libico pro-ribelli pronunciate spesso e fin dall’inizio

“siamo un popolo che combatte contro una famiglia”

Speculare. Per quante parole possano venire dette in politichese, i francesi e gli inglesi con le loro sovvenzioni di soldi armi e guerriglieri, hanno bucato il palloncino. Lo scoppio ha sparso per il paese un odio mortale.

L’odio di coloro che hanno piegato la testa, tanto per la paura quanto per la convenienza per troppo tempo verso chi, nel corso di quel tempo, di loro ha perso ogni considerazione.

Ricordo perfettamente quanto erano orgogliosi i libici nel  farmi notare  i primati del loro paese sul resto dell’Africa e nel mondo arabo, dal reddito all’istruzione (88% di alfabetizzati in pochi anni)  e alla colossale opera del Grande Fiume che aveva portato  acqua corrente alle case di Tripoli. Ora ho ascoltato in un’intervista uno speaker dei ribelli affermare che Gheddafi li ha tenuti ignoranti, senza servizi sanitari,  che non ha usato i ricavi del petrolio per promuovere il paese, mentre stranamente non ha citato la mancanza di libertà politiche.

Questo odio divampato in Libia non so quanto presto potrà spegnersi, perché chi combatte non ha a cuore il paese. La Nato vuole petrolio e commesse, ha ogni interesse a distruggere ciò che ricostruirà. Le bande dei ribelli combattenti già ora rifiutano di sottomettersi al CNT e  commettono atrocità tali  da indurre il leader, qualche settimana fa, a minacciare le dimissioni .

La violenza dal cielo e quella che percorre la terra, anche quando Gheddafi sarà veramente fuori dai giochi, lascerà un paese incattivito dove la conta dei morti, la scoperta dei tradimenti e delle delazioni, le razzie vedrà una società che della “libertà” conquistata dovrà apprendere umilmente a fare uso.

Con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l’odio.
La violenza aumenta l’odio e nient’altro. 

Martin Luther King               


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panoramica in internet delle notizie sulla Libya mostra il livello qualitativo dell’informazione in lingua italiana: Riportando il discorso di ieri di Gheddafi vien detto che ha invitato a bruciare la Libia, a metterla a ferro e fuoco- altre fonti invece traducono come un ribadire la volontà di continuare a combattere ( video Associated Press,   mentre in quest’altro l’originale arabo e tre minuti di traduzione in italiano). Ma nel complesso questo messaggio non è messo in evidenza, sembra si voglia far sfumare lentamente l’immagine carismatica del dittatore e continuare a ripetere che è accerchiato, “holed” da qualche parte.

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E’ una giornata dal clima pesante per l’assenza di notizie dalla Libia e  per un nugolo di minacce sotto traccia

Il silenzio/  significa che la Nato prosegue i bombardamenti su Sirte
e il portavoce del governo Gheddafi ha denunciato l’uccisione di centinaia di persone durante la preghiera dell’Aid. Giornalisti indipendenti che possano confermare o smentire non ce ne sono, i grandi media sorvolano.
Sorvolano anche sui malumori dei supporter del CNT, poiché quest0ultimo non sta esercitando azione di governo intera, tranne quella di invitare i combattenti in Tripoli di tornare alle  località di origine e riprendere le attività.  (!) Lo scontento riguarda anche il fatto che il CNT, diversamente da quanto annunciato non si è trasferito a Tripoli, alcuni ministri vi hanno compiuto brevi viaggi, e i suoi membri soggiornano troppo all’estero.

Questo silenzio sull’attualità lascia spiccare le notizie precedenti, come i report di Amnesty che seppelliscono le accuse della prima ora: il massacro dei 10000 bengasini a opera delle truppe, che fra i lealisti vi fossero mercenari, che Gheddafi distribuisse il viagra ai soldati per equipaggiarli allo stupro di massa ecc ecc. Ma ormai queste falsità sono servite per ingannare  l’opinione pubblica in vista della sciagurata risoluzione ONU e pochi avranno il coraggio di ammettere con se stessi di aver creduto a versioni palesemente irreali.

Emergono anche le truffaldine operazioni di Sarkozy per appropriarsi di un terzo del petrolio, e non si comprende se l’accordo è stato fatto realmente di nascosto a Juppé, ministro degli esteri, e tramite Bernard Henri Levy, un personaggio all’apparenza  da operetta, ma molto pericoloso. La sua presenza a Tripoli, mai comunicata dai grandi media, può essere stata utile allo scopo oltre a quello evidente di aver ottenuto dal CNT dichiarazioni di amicizia con Israele, ovvero una rottura della tradizionale solidarietà della Libia con la causa dei palestinesi.

Minacce sotto traccia/ L’Algeria è attorniata da paesi che hanno riconosciuto il CNT, ha subito pressioni Usa e della Turchia per accogliere la famiglia di Gheddafi e ora dal Dipartimento ddi Stato americano esce un viperino annuncio: che dare rifugio ai Gheddafi’s non è in linea con la risoluzione Onu, che vietava di viaggiare e che la comunità internazionale deve rifletterci su”.  A buon intenditor, poche parole e un attentato di AlQaeda dei giorni scorsi che ha fatto 18 morti vicino ad Algeri.
Finora l’Algeria era riuscita a impostare una risposta graduale alle dimostrazioni di piazza, che non avevano del resto una gran diffusione tra la popolazione che ancora ricorda la precedente guerra civile. Quei “barbuti” che fecero migliaia di morti civile una volta sconfitti si erano attestati al sud e avevano aderito ad AlQaeda. E’ un momento delicatissimo per l’Algeria ed è auspicabile che gli intellettuali, le élite  che hanno fretta di ottenere  le riforme comprendano che in gioco vi è l’indipendenza nazionale.
E un pò anche deve intendere il rais da questa dichiarazione del Dipartimento di stato, una pressione psicologica se non un suggerimento di farla finita.

Ma io mi chiedo perché la Nato non vuole catturare Gheddafi. Non crederò mai che comandi militari occidentali e CNT non sappiano dove si trova; certo non lo sa la manovalanza, quella che dà la caccia ai neri di pelle: lavoratori che non hanno potuto scappare o gente libica del sud del paese.  Ciò può confermare che la sconfitta dei lealisti non è ancora a buon punto e le scene di un Gheddafi umiliato o ucciso sono considerate più utili come sigillo di una reale vittoria definitiva.

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In questo video della CNN  che comincia a far filtrare un pò di verità si vedono dei giovani africani catturati con l’accusa di essere mercenari.  Sono ragazzi come quelli di questa foto ma terrorizzati, basta poco  per capire che sono operai, e  vi è anche la dichiarazione in tal senso del direttore della prigione. Il giornalista informa che il giorno seguente il direttore è stato sostituito. In finale del video l’intervista alla ricercatrice di Amnesty International per l’Africa, Diana Eltahawy sulla tragica situazione che si è venuta a creare per il razzismo delle bande ribelli , documentata dal terribile video nel post di ieri.
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aggiornamento 4 settembre

dal sito francese di Allain Jules  che ha molti informatori in Libia quoto questa frase, può essere vera, può essere una voce infondata. Volendo evitare le manipolazioni che propina la stampa si deve essere comunque prudenti

Secondo le nostre notizie, vanno ad annunciare la cattura e poi l’avvenuto decesso di Mouammar Kadhafi  durante l’assalto della città di Bani Walid, allo scopo di  suscitare le defezioni. Questo assalto sarà dato questa sera (l’articolo di Allain è postato il 4), dopo i bombardamenti incessanti della NATO. 

Sarebbe poi la IW, info war. Consiste nell’uso pianificato della propaganda e informazioni false o confuse allo scopo di creare  opinioni, emozioni, entusiasmo o depressione  nei gruppi  che si vogliono sottomettere.

Sbaglierò, ma questa cosa può riuscire con i tripolini,  meno con chi sente appartenenza  tribale. Mi chiedo spesso se tutte le fandonie del CNT siano state manovrate dai consiglieri Nato sul campo.
L’articolo di Allain Jules è rilanciato anche da altrocampo/ qui: http://altrocampo.altervista.org/?p=594

 ore 22 – la soffiata riportata da Allain non è riuscita ma ci hanno provato. Oggi i ribelli hanno annunciato di aver conquistato Beni walid e di aver issato la bandiera nuova (che è quella vecchia di re Idris!) e invitato la popolazione a uscire. Ma la popolazione ha cominciato a sparargli contro! Così la seconda parte del film che avrebbe disarmato l’intera resistenza: Ghaddafi morto, non ha potuto essere girata. Perfino il New York Times si lamenta di quanto sono confusionari i ribelli. Ma che confusionari, sono megafoni per la propaganda dettata dalla Nato.

Ieri la Nato ha condotto 107 missioni in totale, di cui 48 con operazioni di bombardamento. Consiglio di seguire http://www.nato.int/cps/en/SID-DDC026FA-6793AE7A/natolive/71679.htm gli aggionamenti quotidiani, così da vedere che in questo periodo Sirte e Ben Walid vengono martellate senza sosta.

Perchè? Se la Libia è stata “liberata” se restano solo due città che non si sono arrese, non tocca all’armata ribelle condurre una normale operazione di terra e schiacciare questi quattro gatti ostinatamente renitenti a farsi liberare?

Evidentemente le cose non stanno così, e per evitare che a qualche giornalista del mainstream venga in mente di fare queste domande, all’opinione pubblica viene gettato l’ osso da rodere.

Sono stati trovati dei documenti che provano una collaborazione fra il governo libico e la Cia. Ohhhhh! C’è forse qualche governo che non intrattenga rapporti vincendevolmente profittevoli  con ogni organizzazione spionistica? E c’è forse qualche governo così sciatto da lasciare in giro i documenti che lo provano?

Ecco dunque un fatto credibile diffuso in maniera farlocca, quindi parte IW,  guerra dell’informazione, che si sta rivelando, complice le nuove tecnologie, internet e social network, letale…. per noi. I membri della tribù Walfalla non passano il tempo in internet, sono impegnati a combattere i ribelli che arrivano a tiro, oppure a litigare fra di loro a chiedersi  se è ora di mollare davanti alle tribù dell’est che si sono date allo straniero o continuare una guerriglia che vedrà molti morti dal loro lato, mentre gli altri combattono per interposte bande terroriste.

Ha una qualche importanza questo che esce dai cablogrammi dell’ambasciata Usa a Tripoli su Mahmod Jibril, portavoce del CNT?

Un cablo del novembre 2008 rende conto di come Jibril suggerisca agli Usa di stare attenti alla“crescente competizione” per le risorse petrolifere libiche da parte di Europa, Russia, Cinae India, osservando che nei prossimi anni la Libia diverrà ”più preziosa” in ragione delle sue riserve petrolifere ancora non sfruttate. Il capo del Nedb invita Washington ad approfittare delle future privatizzazioni libiche per investire anche in infrastrutture, sanità e istruzione, e a formare giovani libici nelle università Usa. Non stupisce che, in un successivo cablo di fine 2009, l’ambasciata americana Usa a Tripoli descriva Jibril come “un interlocutore serio che sa cogliere la prospettiva Usa”.

 Ma c’è ancora qualcuno che possa credere a una spontanea rivolta in Libia per la democrazia? 

aggiornamento 5 settembre

Non vale neppure la pena di ricordare le non-notizie di oggi, che ruotano intorno ai file che parlano della collaborazione del governo libico con l’antiterrorismo degli altri paesi. Sarebbe un motivo di merito, e fu quello che permise alla Libia di uscire dall’elenco degli stati canaglia, ma ora è presentata come doppiezza, infamia o chissà che.

In vece l’infamia grossa è quella talmente prevedibile da poter essere data per certa prima di scatenare questo inferno, e la esprimo lasciando da parte il politically correct : i libici non sono affato esenti dal razzismo, l’ho constatato nei miei viaggi, del resto non potrebbe essere che così. Prima di tutto l’importanza dei legami tribali favorisce la percezione di differenze, e secondariamente è normale sentire un cittadino arabo dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo che parlando dei paesi più a Sud dice “in Africa”, escludendo il suo paese dal continente.

Ora anche Al Jazeera che in questo conflitto si è distinta per disinformazione – essendo qatariota era parte interessata direttamente alla descrizione degli eventi scrive sul sito inglese online

“La nostra preoccupazione sono le ronde su vasta scala che creano un clima di paura” dice  Samuel Cheung, a senior protection officer  dell’Alto commissariato per i Rifugiati dell’Onu a Tripoli.  Aggiunge che molti lavoratori migranti del sub-Sahaara hanno paura di girare per le strade.

Di recente, i ribelli hanno dichiarato di aver fatto retate nella capitale seguendo le indicazioni di informatori ed effettuato arresti di membri dell’ex-regime.

Queste noi le chiamiamo delazioni, vendette, “purghe”, epurazioni … La barbarie si è scatenata per Tripoli e chiunque abbia avuto un nemico o fatto un torto oggi non è più al sicuro. O lo è se ha del cash ….

Queste sono le guerre, non sono inevitabili, al contrario sempre sono volute nella stupida convinzione che ci siano vinti e vincitori. In modo diverso, su piani diversi ci sono solo dei perdenti.