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Quante volte  hanno ripetuto la notizia che Interpol e ICC avevano emesso ordini di cattura per i Gheddafi e altri personaggi del regime, assimilandoli a una condanna già avvenuta. Quanti, invece,  hanno sentito o letto una notizia sul procedimento in corso a Kuala Lampur per gli imputati Tony Blair e George Bush jr. accusati di proditorio attacco all’Iraq nel 2003?

Provando a mettere nella ricerca Google News in italiano i loro nomi, la notizia non compare. Nelle news in Inglese, è rilanciata solo dai media  asiatici; e da un articolo del WashingtonPost di parecchi giorni fa, non sulle accuse mosse,  ma sull’importanza che a questo processo danno “gli attivisti” della Malesia.

Mahathir Mohamad, fondatore della Kuala Lumpur War Crimes Commission

KLWCC è l’acronimo di Kuala Lumpur War Crimes Commission fondata nel 2007 da Mahathir Mohamad, ex premier della Malesia, per procedere agli accertamenti di accuse di crimini di guerra in Iraq, nei territori palestinesi e nel Libano. E’ dichiaratamente alternativa alla Corte penale internazionale dell’Aia, che Matahir ha accusato di non essere imparziale nell’accettazione dei casi da portare in giudizio.

Il sito web http://criminalisewar.org/2011/tribunal-to-hear-war-crimes/

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Le audizioni pubbliche del procedimento contro Bush e Blair avvengono in data – 19-22 novembre 2011 – Possono essere seguite in diretta o in differita qui:

http://www.ustream.tv/channel/kl-war-crime-tribunal

Il comunicato stampa del Tribunale KLWCC  

Il riassunto del lavoro preparatorio della Commissione  da Global Reserch

 I Report sul procedimento,
da
NewStraitsTime

e da –Cynthia McKinney, deputata al Congresso americano per il partito democratico 94-2002, pacifista, aderente al Partito dei Verdi, esperta  di legge e relazioni internazionali

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Le accuse formulate:

Gli Stati Uniti hanno agito unilateralmente bypassando il Consiglio di sicurezza ONU per lanciare l’attacco contro l’Iraq.

Il punto di vista di Regno Unito e Stati Uniti era il cambiamento di regime da sostenere con l’uso della forza, ed era stato espresso fin dal 1998.

Blair è citato per aver detto che, anche se non c’era nessuna minaccia delle armi di distruzione di massa, egli era favorevole al cambiamento di regime in Iraq, nonostante il parere del Procuratore generale del Regno Unito, in data 17 marzo 2003 secondo il quale un cambiamento di regime non poteva essere perseguito con azione militare.

Gli USA sono citati per intelligence proditoria e sbagliata – comprendente anche un taglia-incolla di un articolo del 1995 redatto da uno studente di filosofia e l’affermazione che Saddam Hussein stava tentando di ottenere uranio dal Niger – finalizzata al cambiamento di regime. Inoltre, sulla base delle memorie del segretario al Tesoro Paul O’ Neill, per la dichiarazione di Bush su un’invasione dell’Iraq durante la prima riunione di gabinetto dopo il suo insediamento alla Casa Bianca.

Nel corso del secondo giorno delle udienze, l’accusa ha terminato l’arringa sostenendo che la guerra contro l’Iraq è stata iniziata con arroganza, portando i soldati statunitensi e britannici nell’area per uccidere o essere uccisi e in completo disprezzo per il diritto internazionale.

La pena richiesta è che il pronunciamento finale – ottenuto al di là di ogni ragionevole dubbio sulla loro colpevolezza – sia inviato all’ICC per l’avvio di un procedimento ufficiale, che i singoli stati siano invitati ad attivarsi contro di loro, e a e che i loro nomi siano inscritti nel registro della Commissione per i crimini di guerra e inclusi in tutte le pubblicazioni del Tribunale stesso.

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Sarà interessante vedere il comportamento dell’ICC, International Criminal Court, quando si avrà la sentenza della Commissione di Kuala Lampur anche in vista delle denunce che sono state presentate da varie parti contro la Nato e i paesi delle colazioni per l’attacco alla Libia, anch’esso su basi d’intelligence proditorie, il bombardamento di vittime civili, e contro il CNT – da essi riconosciuto come rappresentante legittimo della Libia per l’enorme numero di crimini: uccisioni, detenzioni senza accusa, torture, genocidio che essi ha fatto o lasciato commettere.

 Da segnalare che anche in Gran Bretagna si sta indagando su Blair e le circostanze che lo hanno portato alla guerra contro l’Iraq, ma ovviamente è un’indagine che incontra molti ostacoli e procede a rilento

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FERMO IMMAGINE SULLA DIRETTA DEL DIBATTIMENTO

da notare il numero di utenti collegati!
PERCHE’ MAI DOVREBBERO SMETTERE DI AGGREDIRE LE ALTRE NAZIONI SE L’INTERESSE PER IL DIRITTO INTERNAZIONALE E’ INESISTENTE?

MA SE BBC E ALJAZEERA TRASMETTONO IMMAGINI FASULLE L’INDIGNAZIONE O LA GIOIA  DEL PUBBLICO  SALGONO ALLE STELLE.

CHE COSA SIAMO DIVENTATI? ROBOT CHE ATTENDONO CHE QUALCUNO INSERISCA LA BATTERIA PER APPLAUDIRE?

22 novembre: la sentenza

Bush, Blair found guilty of war crimes in Malaysia Tribunal: Complete Text of Judgment


Il collegio giudicante composto di cinque membri ha deciso all’unanimità che Bush e Blair sono colpevoli di genocidio e crimini contro la pace e l’umanità con l’invasione dell’Iraq nel 2003, ciò in palese violazione del diritto internazionale.

I giudici hanno stabilito che la guerra contro l’Iraq è stata un flagrante abuso del diritto, un atto di aggressione che ha comportato un omicidio di massa del popolo iracheno. Sono giunti all’emissione del verdetto dopo aver riscontrato che gli Stati Uniti, sotto la guida di Bush, hanno creato falsi documenti per dimostrare che l’Iraq deteneva armi di distruzione di massa.
Hanno comunicato che i risultati del Tribunale saranno resi disponibili ai membri STATUTO DI ROMA DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE affinché i nomi di Bush e Blair siano inseriti in un registro di crimini di guerra.
Gli avvocati e gli attivisti dei diritti umani presenti hanno dichiarato che il verdetto dal Tribunale è un punto di riferimento storico.
Il Tribunale intende poi istruire un altro procedimento con l’accusa di torture e crimini di guerra contro altri sette indiziati fra i quali Donald Rumsfeld e Dick Cheney.

Le udienze sono state trasmesse in diretta. Per la parte che ho seguito, ho potuto constatare il rigore con il quale venivano esposte le tesi dell’accusa e della difesa, con rigorosa esclusione di tutte le affermazioni che contenessero anche solo la parvenza di un convincimento personale degli avvocati e dell’accusatore, richiedendo puntigliosamente in conformità a quali norme era sostenibile l’opinione. Una lunga discussione è avvenuta durante l’udienza del 21 novembre sulla “responsibility to protect”.

Di cosa si tratta?

Il summit del gruppo dei 77 (G77) – organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite – riunito nell’aprile del 2000 all’Avana – aveva affermato che la globalizzazione non deve essere pretesto per violare la sovranità e il principio di non ingerenza, rifiutando il concetto di intervento umanitario.

Venne in seguito costituita una commissione – la ICISS – per riaffrontare la questione qualora si verifichino casi di genocidio come avvenne in Ruanda. Il termine dei lavori si ebbe il 30 settembre del 2001, dopo lo choc dell’attentato terroristico alle torri gemelle. La conclusione fu, allora, che “la sovranità è responsabilità e gli stati devono intervenire nei paesi che non possono o non vogliono esercitarla” raccomandando al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di approvare una risoluzione in questo senso. Nel 2008 la questione torna di attualità per l’esigenza di impedire che sotto la parvenza d’intervento umanitario si realizzi un progetto d’ingerenza negli altri stati.

Nel caso dell’intervento in Iraq quello che non è stato provato è che Saddam Hussein stesse minacciando le popolazioni degli Usa e della Gran Bretagna, il che avrebbe reso lecito l’intervento, al contrario  l’affermazione di detenzione di armi di distruzione di massa da parte del regime iracheno era un’accusa montata ad arte, quindi un esercizio d’ingerenza negli affari di un altro stato.

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Nota su risoluzione UN 1973

Nel caso recente della Libia, il principio venne esteso in questi termini: il governo libico non è in grado di proteggere i suoi cittadini (… da se stesso) e ciò autorizza un intervento.
L’affermazione d’imminente pericolo per popolazione, nell’esordio della risoluzione 1973 è espressa in questi termini: “Esprimendo profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione, l’incremento della violenza e le numerose vittime civili”.
Manca di qualunque indagine sui responsabili dei crimini, solo in seguito l’accertamento di Amnesty ha chiarito che non vi era stato alcun omicidio di massa ma combattimenti cruenti nei quali i militari e le forze di polizia erano state soverchiate da dimostranti armati, con vittime su entrambi i fronti.

**** gli articoli e i link a Ustream per le udienze nella raccolta Bush&Blair, KLWCC
a questo
link

https://mcc43.wordpress.com/2011/11/21/bibliografia-post-bushblair-alla-sbarra-per-lattacco-alliraq/

   AGGIORNAMENTI                      

Le autorità britanniche stanno conducendo vari procedimenti  d’indagine sull’operato internazionale di Tony Blair. In questo articolo  del Tribunale KLFCW  le notizie aggiornate ad aprile 2013 su tali procedimenti

In luglio 2016 il procedimento ‘indagine su Tony Blair è giunto a conclusione, confermando sostanzialmente  l’inconsistenza delle ragioni addotte da Blair per attaccare l’ Iraq
ved. https://mcc43.wordpress.com/2016/07/07/bushblair-alla-sbarra-per-lattacco-alliraq-storico-evento-omerta-dei-media-anche-sulla-condanna/

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