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Eccoli di nuovo, fucile e mazzetta, due vecchie conoscenze della guerra di Libia: Hakim Bel Hadj e Madhi Harati. Ho già scritto tante volte di loro che si sono meritati la Tag “Bel Hadj”.
Fra ammazzamenti e losche ambiguità, questi mercenari delle guerre più sporche sono in Siria a fare un altro sporco lavoro.
Un brano dell’inchiesta giornalistica di Thierry Meyssan ci ragguaglia sulla loro presenza nel teatro di confine con la Siria e la novità è che non sono soli, il gruppo libico combattente anti Assad è una cospicua presenza.

[…] nell’edizione di Sabato 17 Dicembre 2011, Daniel Iriarte testimonia di un incontro che l’ha scioccato. Mentre i suoi amici della ASL(= esercito libero siriano, anti Assad)  lo portavano in un nuovo nascondiglio, si trovò con degli strani ribelli: tre libici .

Il primo di loro era Mahdi al-Harati,  […] Ancora più strano: questo membro di al-Qaida era, nel giugno dello scorso anno, tra gli attivisti filo-palestinesi a bordo della nave turca Mavi Marmara. Agenti di molti servizi segreti, tra cui quegli degli Stati Uniti, si erano infiltrato nella “Freedom Flotilla”  Fu ferito e tenuto prigioniero per nove giorni in Israele.

Il secondo libico incontrato dal fotografo spagnolo nell’esercito libero siriano, non è altro che Kikli Adem, un altro luogotenente di Abdelhakim Belhaj.
Infine, Daniel Iriarte non è stato in grado d’identificare il terzo libico, che si chiamava Fouad.

Questa testimonianza si sovrappone a ciò che i giornali arabi anti-siriani dichiarano da diverse settimane: l’esercito libico siriano è inquadrato da almeno 600 “volontari” di al-Qaida in Libia. L’intera operazione è gestita da Abdelhakim Belhaj in persona, con l’aiuto del governo Erdogan.

E ora viene il bello. Meyssan  sostiene che da molte parti, forse anche fra i nemici di Assad,

monta dell’irritazione per la pratica della CIA di mettere al potere gli islamisti. Ricorda che lo stesso ex premieri spagnolo Aznar rivela che Bel Hadj è sospettato di essere coinvolto nell’attentato terroristico a Madrid nel marzo 2004; e da Israele il  Jerusalem Center for Public Affairs se la prende con i Frateli Musulmani, ma anche con:

Ali al Sallabi


[…]  due personalità libiche: Abelhakim Belhadj e il suo amico, lo sceicco Ali al-Salabi.

Quest’ultimo è considerato il nuovo leader del paese. I due uomini sono considerati essere le pedine del Qatar nella nuova Libia.


Questo è anche lo sceicco Salabi che ha distribuito 2 miliardi di dollari del Qatar per aiutare al-Qaida in Libia 

Di questo Al Sallabi  ho già ricordato alcune gesta, in combutta con il fratello in armi, a partire dal post “Libia ribelli e sfracelli “ del lontano 16 agosto

[…] la crescente assertività delle forze islamiche guidate da Mohammed Busidra, che si autodefinisce “un moderato”. La sua rete comprende la Fratellanza Musulmana Brigata dei Martiri  “17 febbraio” guidata dal religioso  Ismail Al- Sallabi, e una serie di altri imam islamici. Nella sua intervista  Busidra ha spiegato di aver redatto una costituzione islamica per il  post-Gheddafi in Libia e di volere che  lo sceicco Al-Sallabi, fratello di Ismail, che attualmente ha sede a Doha,assuma la presidenza.

Era a Doha, lo sceicco, a guidare dal Qatar sfracelli ed epurazioni. Non avevo ancora qui ricordato un evento del suo passato, ma ora torna opportuno perché  dimostra sia la lunga tessitura dell’attacco alla laica Jamahirya, sia la sua capacità di convincimento.

Nel 2009 il governo libico ha rilasciato un gran numero di alqaedisti imprigionati. Il fautore di questa idea è stato Saif al Islam e il “facilitatore” proprio il cupo sceicco. Cito dal quotidiano Al Watan del 16.10.2009

“Quarantacinque membri del  LIFG e 43 elementi di altri gruppi jihadisti sono stati rilasciati grazie agli sforzi della Fondazione Gheddafi, presieduta da Seif Al Islam. […]i l rilascio segue un “dialogo con Seif Al Islam attraverso un dignitario religioso libico, Ali Sallabi”. Si verifica al momento in cui Seif Al Islam El Gueddafi si prevede occuperà la seconda più importante posizione a capo del paese, come  “coordinatore dei comandamenti popolari e sociali”,  posizione equivalente a quella del capo di stato. Fin dall’inizio del “dialogo” con gli islamisti, due anni fa, sono stati rilasciati più di un centinaio di membri.”

Altre liberazioni erano avvenute, nonostante il LIFG avesse fin dal 2007 pubblicamente dichiarato la sua intenzione di combattere il regime di Gheddafi. Evidentemente, Saif al Islam deve aver pensato di potersi fidare di Al Sallabi. Non conosceva la storiella della rana e dello scorpione.