La narrazione mediatica punta il dito contro l’Islam. Impone una divisione fra buona e cattiva religione, chiedendo ai buoni di schierarsi per chi ha sempre insultato i loro simboli.
L’effetto più evidente è fomentare l’islamofobia. Numerose le moschee attaccate e le persone emarginate come nell’episodio che si leggerà in fondo al post. E’ in atto una comunicazione patologica dei media che blocca i riceventi musulmani in un double mind message che nega loro sortite positive. Li vuole “perdenti” agli occhi altrui o in disaccordo con la loro identità.
La più vasta ricaduta di questa patologica comunicazione è fomentare nella società tendenze intolleranti atteggiandosi, al contrario, a difensori della libertà di opinione; anche in questo caso rimando in calce alle minacce ricevute in Israele dal libero pensatore Gideon Levi.
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“La nostra contrarietà a questi atti è dovuta al fatto che siamo umani, non perché apparteniamo a tale o talaltra confessione.”
“Loro creano mostri e poi, quando gli si rivoltano contro, noi dobbiamo chiedere scusa, dissociarci e farci piccoli.”
Karim Metref è educatore e blogger in Italia. Come il filosofo Youssef Seddik, non cade nell’inganno contro i Musulmani: “dimostrateci di essere buoni”. Il crimine è crimine. La tendenza ad aggiungere specificazioni serve a porre intere categorie sotto accusa per favorirne altre, accade nella geopolitica come nel sociale. Qui di seguito la risposta di Metref a un articolo di Internazionale .
di Karim Metref
In questi giorni saremo messi sotto torchio e le prossime campagne elettorali saranno fatte sulla nostra schiena. Gli xenofobi di tutta Europa vanno in brodo di giuggiole per la gioia e anche gli establishment europei che non hanno risposte da dare per la crisi saranno contenti di resuscitare il vecchio spauracchio per far rientrare le pecore spaventate nel recinto.
Da ogni parte ci viene chiesto di dissociarci, di scrivere che noi stiamo con Charlie, di condannare, di provare che siamo bravi immigrati, ben integrati, degni di vivere su questa terra di pace e di libertà.
Ebbene, anche se ovviamente condanno questo atto come condanno ogni violenza, non mi dissocio da niente. Non sono integrato e non chiedo scusa a nessuno. Io non ho ucciso nessuno e non c’entro niente con questa gente. Altrettanto non possono dire quelli che domani dichiareranno guerra a qualcuno in nome di questo crimine.
Tu dici: “Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto”.
Io con questa gente sono in guerra da trent’anni. Li affrontavo con i pugni all’epoca dell’università e con le parole e con le azioni da allora e fino a oggi. Sono trent’anni che li combatto e sono trent’anni che il sistema della Nato e i suoi alleati li sostengono regolarmente ogni dieci anni per fomentare una guerra di qua o di là.
Anche io sono afroeuropeo, sono originario di un paese a maggioranza musulmana ma non mi considero un musulmano: non sono praticante, non sono credente. Ma anche io non ci sto. Non ci sto con questi folli, non ci sto quando lo fanno a Parigi ma non ci sto nemmeno quando lo fanno a Tripoli, Malula o a Qaraqush.
Non sto con loro e non sto con chi li arma un giorno e poi li bombarda il giorno dopo. Non ci sto in questa storia nel suo insieme e non solo quando colpisce il cuore di questa Europa costruita su “valori di convivenza e pace”. Perché dico che questa Europa deve essere costruita su valori di pace e convivenza anche altrove, non solo internamente (ammesso che internamente lo sia).
Tu dici che questo non è islam. Io dico che anche questo è islam. L’islam è di tutti. Buoni o cattivi che siano. E come succede con ogni religione ognuno ne fa un po’ quello che vuole. La adatta alle proprie convinzioni, paure, speranze e interessi. Nelle prossime ore, i comunicati di moschee e centri islamici arriveranno in massa, non ti preoccupare. Tutti (o quasi) giustamente si dissoceranno da questo atto criminale. Qualche altro Abu Omar sparirà dalla circolazione per non creare imbarazzo a nessuno. La Lega e altri avvoltoi si ciberanno di questa storia per mesi, forse per anni. E noi ci faremo di nuovo piccoli piccoli, in attesa della fine della tempesta. Come stiamo facendo dopo questi attentati (forse) commessi da quella stessa rete che la Nato aveva creato per combattere una sua sporca guerra.
Loro creano mostri e poi, quando gli si rivoltano contro, noi dobbiamo chiedere scusa, dissociarci e farci piccoli. A me questo giochino non interessa più. Non chiedo scusa a nessuno e non mi dissocio da niente. Io devo pretendere delle scuse. Io devo chiedere a questi signori di dissociarsi, definitivamente, non ad alternanza, da questa gente: amici in Afghanistan e poi nemici, amici in Algeria e poi nemici, amici in Libia e poi… non ancora nemici lì ma nemici nel vicino Mali, amici in Siria poi ora metà amici e metà nemici… Io non ho più pazienza per questi macabri giochini. Mando allo stesso inferno sia questi mostri sia gli stregoni della Nato e dei paesi del Golfo che li hanno creati e li tengono in vita da decenni. Mando tutti all’inferno e vado a farmi una passeggiata in questa notte invernale che sa di primavera… Speriamo non araba.
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L’uovo del serpente
Il “giorno dei cristalli” in Israele.
Un avvertimento a Gideon Levi, giornalista critico dell’ Occupazione militare dei Territori Palestinesi.
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Londra,
a una donna musulmana e al suo neonato
“Non voglio gente come voi sul mio autobus”
My aunt doesnt want media involved, as it is one of the main causes of problems like this around the world. pic.twitter.com/SI4lgq8pd1
— M (@Meesey_M) 12 Gennaio 2015
Smemoria… Naji Al Ali la Matita palestinese spezzata nel 1987
Condivido in toto il pensiero di Karim…mi dissocio e aggiungo che sono stanca di essere strumentalizzata da chi ha sfilato a Parigi per farsi propaganda….
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Anch’io dico che non è da oggi che si uccidono persone per vari motivi religiosi o politici però non se ne parla affatto e in nessun programma. Sembra che i mass media scelgano apposta certi argomenti su cui girare il coltetto fino a formare una piaga per acquisire ascolti. Episodi di razzismo anche gravi e violenti ci son stati in passato, ci sono in africa guerre e migliaia di morti eppure nessuno ne parla, ma forse non è Parigi, forse l’africa non è ancora nel mondo moderno, è al margine ancora. Quindi pure io sono d’accordo con te, perchè si fa presto a far diventare tutto bianco o nero però i colori non spuntano mai in nessun canale. Anche tra i cristiani o cattolici o buddisti c’è gente che uccide, anche in altre religioni ci sono assassini. I politici mano nella mano che piangono per quei 12 vignettisti mi fanno sorridere. Vanno là e sfilano per la libertà e poi tornano in italia e si tirano le scarpe in parlamento e si danno addosso l’un l’altro. Che ipocrisia infantile!
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Amleta, bentornata, e grazie. Concordo pienamente, questa è una sceneggiata indegna dove la commemorazione delle povere vittime è una scusa per portare avanti un’agenda di aggressioni e divisioni. Tira una bruttissima aria.
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Karim ha ragione. A denunciare che all’origine di tutto ci sono i fondamentalisti wasp (white anglo saxon peoples). Nessuno deve scusarsi o farsi piccolo. Dissociarvi lo state facendo, ma nessuno vole sentirvi e non basta mai. Quand’ero nel Pci quante accuse abbiamo ricevuto di essere complici del terrorismo, da una parte che sosteneva che alla radice di ogni male cè sempre stato il comunismo, e dall’altra parte accusati di essere traditori della classe operaia, da quell’universo viscido che sosteneva di essere né con lo stato né con le BR. Abbiamo tenuto duro ed abbiamo gridato forte la nostra avversità al terrorismo e abbiamo avuto molte vittime per questo. Come voi, quante ne avete avute. Ognuno deve agire con i mezzi che ha a disposizione. Per questo non penso che la manifestazione di Parigi sia stata espressione di razzismo antimusulmano tipo Le Pen, è anzi stata un forte grido contro ogni fondamentalismo. Per questo non ho alcun timore di gridare “Io sono Charlie!”, perchè lo sono, e griderò contro ogni tentativo di deriva antiislamica. Questo è il momento di unire le forze. Secondo me vale sempre il grido “Proletari di tutto il mondo unitevi!”, perchè affronterebbe il vero problema alla radice, ma in mancanza di meglio può valere almeno “Non razzisti di tutto il mondo unitevi!”: può essere utile no? I wasp, i fascisti ed i reclutatori di giovani incazzati sono sempre all’opera!
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Se i proletari non si sono uniti è perchè ogni obiettivo messo in comune fa i conti con molte altre considerazioni che li portano a differire fra loro. Se poi non è un obiettivo materiale, ma riguarda la sfera delle opinioni e delle credenze l’unione è perfino al di là dell’utopia. Non ci sono che le Leggi di Noè a unirci … abbastanza: non uccidere, non rubare, non far sesso con gli animali. Stop. E se prendiamo il “non rubare” in Occidente siamo tutti ladri per interposta persona: se i nostri governi a cui chiediamo welfare non depredassero altre zone del mondo non saremmo qui a far discussioni su Charlie Hebdo, ma a lavorare duramente fino all’ultimo giorno della vita.
Io non sono Charli Hebdo, sinceramente sono contro i charlie hebdo irridenti arroganti indifferenti ai sentimenti altrui. Sono il modello dell’assenza di empatia, e credo siano illusorie le convergenze di grandi masse prive della capacità di immedesimarsi in sensibilità diverse dalle proprie.
Grazie del commento, molto stimolante.
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grazie a te, come sempre, è difficile trovare qualcuno con cui scambiarsi opinioni.
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