Una delle regioni del mondo di cui è più difficile conoscere la storia è quella che oggi designiamo con due nomi: Palestina e Israele; per capire come ciò è accaduto occorre recuperare un’amnesia:
– la Palestina era una regione dell’Impero Ottomano
– gli Ebrei erano presenti da sempre
– gli Arabi, di religione cristiana o musulmana, e gli Ebrei si pensavano connazionali e sudditi dell’Impero Ottomano.
– la comunità aveva lo stesso problema di ogni altra al mondo: le tensioni fra i ricchi e i poveri
Poi gli eventi storici piombarono sulla regione.
L’immigrazione di Ebrei individualmente in fuga dalle persecuzioni religiose divenne immigrazione di massa (la presenza ebraica da 80000 divenne 800000 in pochi anni) sotto la spinta della componente politica del movimento sionista in cerca di una terra (molte erano le opzioni) per uno stato di purezza ebraica, la dichiarazione di Lord Balfour “creare un focolare nazionale per il popolo ebraico” introdusse una forte componente emotiva e una sottolineatura razziale, non fu più immigrazione pacifica ma aggressiva, in Palestina gli scontri fra ebrei e arabi assunsero una lettura etnico-religiosa, l’Impero Ottomano decadde, subentrò il protettorato inglese, in Europa i vari genocidi nazisti fecero pagare agli Ebrei il prezzo maggiore.
Le condizioni erano pronte perché nel 1947 la risoluzione Onu 181 proponesse la spartizione del territorio in due stati. I paesi arabi dissero no e si appellarono alla Corte internazionale di giustizia.
Nel ’48, allo scadere del mandato britannico, l’Agenzia ebraica per la Palestina autonomamente proclamò la nascita e l’Indipendenza dello stato d’Israele.
La risposta araba fu la guerra e con quella guerra tutti i contendenti: Israele, Giordania, Egitto, guadagnarono un pezzo di territorio.
I veri sconfitti furono gli Arabi autoctoni della Palestina.
1948 NAKBA, Catastrofe
Una terra che molti considerano Santa è solamente Insanguinata. Ai profughi del ’48 se ne sono aggiunti altri. Vivono nei campi delle nazioni vicine o nei Territori occupati da Israele, 35000 sono in Iraq e hanno seguito la sorte del paese: le loro condizioni di vita sono calate a picco a partire dalle “sanzioni umanitarie” degli anni ’90.
I profughi sono gli ultimi di cui anche i difensori dei diritti dei Palestinesi si rammentano.
La risoluzione Onu 194 che riconosce il Diritto al Ritorno, o alla compensazione per le terre e le case perdute, resta lettera morta.
Così come – per ora – la richiesta che Cisgiordania e Gaza siano riconosciute stato indipendente è ferma perché cozza contro l’ipocrisia del “non ammissibile una dichiarazione unilaterale” .
Colpa nostra. Il conflitto che oppone Palestinesi e Israeliani
segretamente serve a molti.
All’Occidente: perché Israele contiene l’espansione dei paesi arabi, fino a quando del loro petrolio tutti avremo bisogno.
Ai paesi Arabi: perché la lotta dei Palestinesi contiene e indirizza la potenza militare di Israele.
A Israele: sviluppatosi come stato militare, dovrebbe adattarsi a una prospettiva di pace con un altro stato sovrano e dovrebbe altresì rientrare entro i confini del 1967.
Ai vertici politici Palestinesi: senza il nemico comune Israele vedrebbero scoppiare le antiche rivalità politiche, Hamas-Gaza vs Fatah -West Bank, che proprio in questi giorni si sta cercando di mitigare. Ciascuno poi dovrebbe curare le proprie malattie: Fatha la corruzione, Hamas gli intrecci, numerosi e variabili, con i predatori che ridisegnano il M.O.
Infine… alle opinioni pubbliche internazionali: perché c’è una parte contro la quale scaricare aggressività in eccesso e una vittima per cui palpitare, questo sia per chi è pro-Israele sia per chi è pro-Palestinesi.
A chi non serve questo conflitto?
Ai molti Israeliani e Palestinesi, oltre che a quelli del mondo intero, che rifiutano di guardare con un solo occhio ed esigono l’inizio di una situazione vivibile ed equa nel presente e nel futuro.
Ma c’è chi paga prezzi molto alti fra i Palestinesi, con la morte e la distruzione delle proprie case o con la negazione del proprio futuro: i profughi. Milioni di persone che vivono, in molti casi, in condizioni non migliori di questo campo del 1948
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L’inferno di Bourj Al Barajneh, Libano
20.000 persone fra le mura di un quadrato con un km per lato, senza diritti di cittadinanza, lavoro, proprietà, passaporto
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Articolo Israeliani e Palestinesi: “separati insieme”
Tutti gli articoli su palestinesi e Israeliani: https://mcc43.wordpress.com/tag/palestinesi/
Documento di Un Ponte per : analisi_conflitto_palestina
Il trattato di Balfour fu quasi un atto dovuto dal governo inglese alle richieste sempre più pressanti dell’agewnzia ebraica spinta dalle idee sioniste di Hertzl e Jabotinsky. Dovuto anche per l’imminente caduta dell’Impero Ottomano che già gli inglesi, serpi velonose ed infami, avevano pianificato con l’ascesa dei giovani turchi (cripto-giudei:Donmeh) seguaci di Sabbatah Zev per contrastare il potere centrale e sopratutto con l’azione interna russa ad opera dei più feroci rivoluzionari (99% dei quali tutti ebrei). La Palestina era quindi già nell’agenda sionista sin dalla fine del 1800, mancavano solo alcune cose da sistemare nel consesso generale di quell’epoca.
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o possiamo anche dire che fu utile al governo inglese in funzione anti-turca o ottomana che dir si voglia. A questo fine perchè non assicurarsi l’aiuto di Rotschild, al quale la lettera – privata ma pubblicizzata – di Balfour era diretta?
E comunque quello che intendevo sottolineare con il post è il pieno diritto di arabi e ebrei di essere in quel luogo, come fu ininterrottamente per entrambi sebbene con grande sproporzione di numeri.
Il problema che vivono ora non sarà facilitato nella soluzione se così tanta gente continuerà a posare le convinzioni di oggi sui fatti del passato. Bisogna stare a quello che abbiamo sotto il naso: la soluzione dei due stati è PRATICAMENTE impossibile, si deve tornare a quella di uno stato binazionale, vecchissima tra l’altro, mai applicata altrimenti non si sarebbe potuto avere laggiù un guardiano degli arabi, fino a che un guardiano servirà.
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Non è possibile, da mio punto di vista una soluzione del genere. Israele non può esistere così come nemmeno la palestina. Può esistere solo una nazione dove ebrei, arabi e cattolici coesistano senza la prevalenza dell’uno sull’altro. Il potere dovrebbe essere ripartito in maniera proporzionale alle etnie presenti senza nessuna remora.
Ma queste sono solo piccole chimere.
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se ho compreso bene, siamo d’accordo. Certo è una “chimera” fino a che si soffia sul fuoco. Fino a che nei territori occupati fra una casa e l’altra ci saranno di mezzo i soldati di Israele, che sappiamo come si comportano, ci sarà solo odio, e gli uni vorranno scacciare gli altri.
ma è più chimerico pensare di spostare 300000 coloni e ritirare l’esercito. Non stiamo parlando di pupazzi, ma di persone, che farne poi^ campi in Israele, ridurli come i Palestinesi profughi? Non è una soluzione. Inoltre solo la soluzione di UNO stato darebbe la speranza del ritorno ai profughi
Ci sarà questa soluzione, e la faranno piacere a tutti, quando sarà la soluzione che serve alle grandi potenze. Arriverà quel giorno? Questa è la domanda
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Non so se mai arriverà e se la potremo vedere, ma come tutte le cose di questo mondo c’è sempre una fine, anche quella dello stato illegale di Israele. Come altri essi pagheranno duramente, purtroppo, perché anche tra loro c’è chi non accetta questa politica dell’apartheid e sono una piccola minoranza spesso esclusa ed emarginata, molte volte considerata come gruppo di serie B.
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“stato” + “illegale” a me sembra un ossimoro. Del resto illegale è l’estensione del territorio come conquista di guerra, ma lo stato esiste in base a una decisione Onu. Se i paesi arabi non avessero strumentalizzato i palestinesi, anche questi avrebbero dal 48 uno stato invece di dover supplicare l’Onu.
Con espressioni improprie, ma incentivanti lo sdegno per giustificare l’uso della forza, si cambia la geopolitica secondo il cambiare degli interessi. Il 2011 è stato illuminante su questo.
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Infatti c’è anche qualcuno nell’altra sponda atlantica che sta sorgendo rapidamente il quale indica che ciò che si è conquistato con la guerra è conquistato. Sarebbe come dire che gli Usa devono restituire il Nuovo Messico al Messico dopo averglielo tolto, così recita un discorso di Santourm uno dei candidati alla casa bianca
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(rimandiamo la seconda parte del tuo commento ad un altro post più pertinente)
In quanto alla non liceità delle conquiste fatte con la guerra… mi basterebbe partire da quelle fatte dopo l’istituzione dell’Onu. Per quanto… ci restituissero Nizza, per esempio, non sarebbe un dispiacere 🙂
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Beh… a dire il vero, secondo la formula israeliana potremmo pretendere molto, ma mooolto di più.
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I vs dati sono falsi e non corrispondono alla realtà dei fatti
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Un commento che accusa di falsità e non dà i dati ritenuti giusti – ovviamente corredati della fonte – è un boomerang.
Salam o … Shalom, secondo l’intenzione che ti ha mosso a commentare
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