Se erano 100 o 200 non si sa, ma questi studiosi dell’Islam si sono riuniti in concilio nella Federazione Russa. La lista completa dei paesi partecipanti non è stata pubblicata, la Fatwa finale è scritta in lingua russa e, nel sito islamnews.ru, compare come una serie di immagini, impossibili da sottoporre al traduttore automatico. I pochi media che ne hanno parlato non hanno rispettato la regola delle “5 W ” della notizia data in modo corretto.
When? Quando? Dal 25 a 27 agosto. Where? Dove? Nella capitale cecena Grozny. Who? Chi? Questo è vago. Erano studiosi dell’Islam provenienti da Russia, Siria, India, Gran Bretagna, Libano, Egitto, Sud Africa, Giordania e poi? Anche Turchia? Forse sì, forse no. Sorprende il mancato invito al più grande stato musulmano: l’Indonesia.
Una parvenza di autorevolezza era data dalla presenza di un rappresentante dell’Università Al Azar del Cairo. (*).
Da chi sono stati scelti gli ulema partecipanti? Anche questo non è detto, tuttavia i lavori si sono aperti con un pomposo messaggio del presidente Kadyrov, ex paramilitare, musulmano Sufi e leader non incline a delegare le decisioni.
L’Italia non ha laggiù una rappresentanza diplomatica e di Ramzan Kadyrov si parla assai raramente. E’ presidente dal 2007 e esercita il ruolo con nota brutalità; è implicato in casi di tortura e di assassinio politico. L’Associazione per i Popoli Minacciati afferma che il 70% di tutti gli assassinii, stupri, rapimenti e casi di tortura in Cecenia sono stati commessi dall’esercito privato agli ordini di Kadyrov. La sua sicurezza interna, la Kadyrovtsy , conta 3000 uomini. L’economia statale è amministrata dalla Fondazione Akhmad Kadyrov, uno dei 15 casi di corruzione più clamorosi del mondo, che ha sede nella residenza privata del Presidente e incassa circa 60 milioni di $ al mese dalle trattenute sulle retribuzioni dei ceceni.
What? Cosa? Il compito era palesato dal titolo della Conferenza: “Chi sono i seguaci della Sunna?” (**). Il consesso doveva, quindi, parlare dei e ai Sunniti. Kadyrov, nel messaggio augurale rammentava loro che il momento richiede ad accademici e intellettuali di levarsi contro il terrorismo che si riveste di slogan islamici.
Why? Perchè? L’aver escluso a priori l’Arabia Saudita e il tonante richiamo ad elevare la voce contro il terrorismo, di cui Ryad è abitualmente accusata di essere finanziatrice, erano i paletti cui gli ulema si dovevano adeguare.
Nella penisola arabica la forma di Islam numericamente prevalente è la setta più recente della religione islamica, il Wahabismo. Rigido e conservatore, questo orientamento è sia accusato di essere all’origine del terrorismo da parte del pensiero comune in occidente, sia di essere attualmente deviato e corrotto da parte dell’Isis che nella penisola compie attentati.
Vediamo come gli Ulema hanno svolto il compito assegnato, valendoci dell’articolo del sito Caucasian Knot, l’unico a esporre anche in dettaglio i contenuti del documento conclusivo: la Fatwa pubblicata il 2 settembre. Vi si legge “Questa fatwa è una decisione unanime dei mufti e studiosi della Russia e vincolante per tutte le organizzazioni musulmane nella Federazione Russa”.
Concetto ribadito nel sito islamnews.ru “Secondo i risultati della conferenza, sono adottati importanti documenti teologici e giuridici che riflettono la posizione delle parti su temi di attualità legati allo sviluppo dell’Islam in Russia, l’opposizione al radicalismo, il settarismo, la sicurezza sociale.”
Questa importantissima precisazione che limita l’importanza delle decisioni non viene evidenziata nei, non molti, articoli che informano sulla Conferenza.
Alla domanda “Chi sono o veri Sunniti” gli Ulema hanno risposto:
– “I “veri” musulmani sunniti sono solo quelli che in teologia seguono la scuola del Kalam (Ash’ariti e Maturidites), aderiscono a uno dei quattro madhhabs (scuole giuridiche) e seguono “la via della morale di auto-miglioramento, sottolineato dai grandi maestri, in primo luogo, gli imam Sufi. “
Punto notevole: l’accettazione del Sufismo, l’esoterismo islamico abitualmente guardato con sospetto, talvolta bollato come via deviata dall’Islam. Ma l’impresentabile Kadyrov è Sufi, e la sua confraternita andava inserita nell’ortodossia.
– La Fatwa esclude il resto dell’universo islamico e fornisce l’elenco delle “sette moderne fuorviate” nella quale compaiono i Wahabiti, i Sauditi in altre parole.
Con poca finezza culturale, poi, gli Ulema usano Wahabismo come sinonimo di Salafismo, un orientamento molteplice e antico che fin dai primi secoli dell’Islam si atteneva al modello di pensiero e di azione dei compagni del Profeta e dei tre Califfi che gli erano succeduti.
Insieme alla Fatwa, è stato redatto un testo esortativo indirizzato a Putin, al Governo e all’Assemblea della Federazione russa con il quale si chiede di vietare “tutto il Salafismo” e di bandire le critiche all’Islam (quello classificato come unico vero) come attività terroristica.
“Questo è un tentativo di scuotere l’intero spazio del clero ufficiale (in Russia) con conseguenze imprevedibili. Non so il motivo e chi l’ha escogitato, soprattutto alla vigilia delle elezioni ” commenta un Ulema dell’Università di Istanbul. La consultazione cui fa riferimento sono le elezioni politiche russe del 18 settembre.
Il “perchè” di questa Conferenza si rivela di valore interno alla Cecenia: gli Ulema chiedono sia istituito un canale televisivo con sede a Grozny in grado di rivaleggiare con Al Arabya nella diffusione dell’informazione religiosa. Rivela altresì la necessità di compattare il consenso dei musulmani della Federazione in vista delle elezioni, ponendo Putin come protettore di un Islam ortodosso, avvalorando ulterioremente la sua guerra all’Isis in Siria (e giustificandone i costi).
Considerando nell’insieme i vantaggi che pensa di trarne Putin, attivissimo sul fronte dell’Islam interno alla Federazione si comprende come l’assemblea di Grozny non abbia valore religioso, ma sia un evento all’interno di una tattica politica. Se l’Islam pone il primato della religione sulla politica, a Grozny è avvenuta un’inversione del principio.
Osservando i media, l’effetto sortito presso le opinioni pubbliche dei paesi musulmani sarebbe stato nullo qualora l’Arabia Saudita non avesse protestato, sia per l’esclusione dalla Conferenza, sia per la condanna del Wahabismo, ma non è stato possibile reperire un articolo di fonte saudita per verificare direttamente le argomentazioni. Anche Caucasian Knot riporta solamente i commenti dei media e social media alla collera di Ryad.
(*) In Egitto, dove il colpo di stato del 2013 ha spazzato via i Fratelli Musulmani e dove il presidente Sisi si è proposto come modernizzatore dell’Islam, nelle moschee i sermoni del venerdì devono seguire fedelmente le linee, se non il testo, inviate dall’istituzione statale competente per gli affari religiosi.
(**) Per il termine Sunna vedere https://it.wikipedia.org/wiki/Sunna
Tutto ciò che si tesse da altre parti da noi non arriva, eppure questo non è un incontro di quattro amici al bar….
"Mi piace""Mi piace"
e quando arriva magari è raccontato secondo convenienza della testata, o dell’opinionista. ho fatto questa ricerca proprio perchè trovavo qualcosa di eccessivo in un articolo, diciamo un annuncio di rivoluzione nell’islam.
ridimensionato resta quello che dici , un incontro da guardare con attenzione,
anche perchè può far scuola in altri paesi. un pezzo di clero disposto a far favori si trova sempre …. 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Ti passo questo articolo che amplifica da fonte interna al mondo islamico le tue riserve sulla importanza della conferenza e sull’errore di escludere il Salafismo,
Si è trattato di una manovra anti sauditi, contemporanea alle polemiche sul pellegrinaggio con gli iraniani e …. last but not least la notizia della grossa fortnitura di armi dell’America a Israele. Brutti tempi
http://islam.in.ua/en/islamic-studies/conference-ulama-grozny-reaction-islamic-world
"Mi piace"Piace a 1 persona
Prezioso! grazie
"Mi piace""Mi piace"
e infatti ecco l’altra campana sulla esclusione dei salafisti…
http://www.firstpost.com/world/islamic-conference-in-chechnya-why-sunnis-are-disassociating-themselves-from-salafists-2998018.html
"Mi piace""Mi piace"
Che i ceceni non vogliano invitare a cena i sauditi ed i loro amici non deve stupire più di tanto. Si tratta dei soggetti che trasformarono il Caucaso in un immenso campo di battaglia negli anni ’90. Per mandare via quella gente non bastavano certo i mazzi di fiori; a noi non interessa, ma loro se lo ricordano bene.
Questa è poi la stessa ragione per la quale tanti militari ceceni stanno combattendo contro i fondamentalisti su suolo siriano. Li affrontano laggiù, ben sapendo che se falliscono se li ritroveranno in casa per l’ennesima volta.
"Mi piace""Mi piace"