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madri-egitto-crisi-del-latte“Non stiamo parlando di pomodori o di bibite, è il cibo dei nostri bambini” gridano le madri ai poliziotti in assetto antisommossa, schierati a difesa dell’azienda statale Egyptian Pharmaceutical Trading Company.

Già da qualche settimana risultava difficile reperire alcuni tipi di medicinali, ma quando la penuria ha colpito il  latte in polvere destinato ai neonati sono scoppiate le proteste.
Il primo settembre le madri sono scese con i bambini in braccio in una grande arteria del Cairo, hanno bloccato il traffico e denunciato l’impossibilità di trovare il latte in polvere a prezzo sovvenzionato per nutrire i loro bambini. Sono rimaste, alcune in lacrime come i loro bambini, per ore sotto il sole cocente di fronte ai caschi e manganelli dei poliziotti. Dal governo accuse ridicole: “Il Ministro della salute dice che le madri che hanno bloccato le strade per protestare contro la mancanza del latte per i loro bambini obbediscono ad agende straniere” scrive in un tweet una free-lance egiziana.

Chi governa realmente l’Egitto? Lo SCAF (Consiglio Superiore delle Forze Armate) perché l’esercito è la prima potenza economica del paese: uno stato dentro lo stato.
Middle East Institute  scrive “L’esercito egiziano possiede imprese commerciali in quasi tutti i settori e producono una vastissima gamma di beni e servizi. Gestisce hotel, località turistiche di mare, e condomini e ville sontuose; possiede cementifici, acciaierie, aziende produttrici di jeep, fertilizzanti, elettrodomestici, pasta, e stazioni di servizio, costruisce le autostrade e incassa il pedaggio. Inoltre, gli ex generali occupano le posizioni più alte nell’apparato  amministrativo dello Stato e controlla settori chiave, dai sistemi di trasporto pubblico, i idrici e fognari, le linee internet, i progetti di edilizia sociale, e altro ancora.”

cartoon-milk-crisis-egyptLa prima risposta l’ha data il Governo, per negare la crisi definendola inventata, poi tutto è passato nelle mani del potere superiore: l’esercito.
Prima l’esercito promette di distribuire 30 milioni di confezioni e subito in Twitter esce l’hashtag “il latte dei soldati”, non in forma di ringraziamento bensì come accusa di volersi impadronire anche di questo bene indispensabile. Questo il commento in un  tweetLa mentalità del creare la penuria di latte per risolverla, è la stessa mentalità che ha creato i problemi della sicurezza durante la rivoluzione

Poi, quando la promessa di distribuire 30 milioni di confezioni viene commentata come la conferma dei sospetti di accaparramento, il portavoce dell’esercito chiarisce che “l’esercito non ha latte” e che le confezioni sarebbero state importate urgentemente.
Infine, in quel continuo rilancio di dichiarazioni che abbiamo già visto nell’immediatezza dell’uccisione di Giulio Regeni, l’esercito annuncia il progetto di avviarecartoon-milk-crisis-army-egypt una propria fabbrica di latte in polvere e di medicine. Promessa: il latte sarà venduto a metà prezzo, 30 pounds, e con il logo delle forze armate!
Gli Egiziani nei social network rincarano le critiche sul coinvolgimento militare nella vita economica e finanziaria e f
ioccano le rivelazioni sulla corruzione istituzionale “Sì, c’è corruzione nella nostra società e per questo grandi quantità di latte in polvere è andato alle fabbriche di caramelle ” dichiara un manager della Trading Company che aggiunge “L’esercito aveva detto che avrebbe risolto il problema rilevando l’importazione e la distribuzione del latte.”

Quale è stata la scintilla delle proteste?

Di recente i prezzi di vendita delle confezioni del latte erano aumentati del 40% e il Ministero della Salute aveva annunciato che, da settembre, il latte in polvere l’avrebbero potuto avere solo i possessori di tessera, ottenibile con determinati requisiti; per esempio avere due gemelli o accertate condizioni critiche di salute, oppure un lavoro che impegna la madre più di sette ore al giorno. Ovvero condizioni che rendono impossibile l’allattamento al seno, tuttavia le regole non coprono il caso di un’improvvisa interruzione della lattazione, nè quello dei bambini che sviluppano disturbi dal latte materno. Sono molte le madri che non  hanno le risorse economiche per effettuare i test per scoprire ed escludere dalla dieta i cibi che immettono nel latte componenti a cui il suo bimbo è intollerante. Inoltre, essere in possesso della tessera dà il diritto, ma non la certezza di trovare materialmente le confezioni dovute nei punti di distribuzione; è ciò che già accade, per esempio, per il pane.

egypt-fmi-cartoon Perché questo taglio al programma di sovvenzioni?

Poche settimane fa il Fondo Monetario Internazionale ha concordato la concessione all’Egitto un prestito di $ 12 miliardi di dollari nell’arco di tre anni. I dettagli non sono stati rilasciati, ma come prassi il FMI chiede a garanzia  delle “riforme” economiche, ovvero: tagli ai sussidi e nuove tasse. Si tenga presente che il prestito concordato deve ancora passare all’approvazione da parte del consiglio esecutivo del FMI, il che induce il governo egiziano a dare una stretta a tempi accelerati. 

Gli Egiziani, però, sui tagli che richiede il FMI hanno alle spalle una tradizione di opposizione. Nel 1977, sotto Sadat, delle violente proteste causarono 8o morti. Nel 2012 il Presidente Morsi contrattò un prestito e l’aver anche solo tentato di adempiere alle clausole gli alienò il sostegno della popolazione e facilitò la sua rimozione.

Ora le mamme saranno lasciate sole?

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